Giovedì 31 gennaio, alle ore 18, il presidente FFC Matteo Marzotto sarà a Verona, ospite de la Feltrinelli di via Quattro Spade 2, per presentare Bike Tourgether, il nuovo progetto editoriale charity, dedicato all’impresa ciclistica solidale, che coinvolge appassionati, sportivi, grandi campioni e volontari a sostegno della ricerca sulla fibrosi cistica. Un reportage fotografico edito da Cairo con immagini di Alfonso Catalano, autore degli scatti di tutte le edizioni del Bike Tour FFC, che prosegue il racconto del precedente Bike Tour – Pedalando per la Ricerca, entrando nel vivo delle ultime quattro edizioni, con le testimonianze di malati, ricercatori, sostenitori e biker.
Marzotto condividerà con il pubblico retroscena e aneddoti sull’iniziativa da lui ideata, che da sette anni percorre l’Italia, facendo parlare della malattia genetica grave più diffusa. Come gli piace ricordare, «se la fibrosi cistica è una malattia che si eredita, l’entusiasmo dei volontari è una virtù che contagia». L’invito, all’incontro, è rivolto a tutti, perché Bike Tourgether è la storia di una grande squadra dove ciascuno, con il proprio contributo, partecipa alla più importante delle sfide: giungere presto all’individuazione della cura definitiva per la malattia genetica, che interessa 2 milioni e mezzo di portatori sani, 1 italiano su 25. È anche un omaggio all’impegno dei 10 mila volontari che in questi anni hanno affiancato e sostenuto i biker lungo il percorso, promuovendo eventi di raccolta fondi a supporto della rete di ricerca FFC, che riunisce oltre 900 ricercatori.
Bike Tourgether contribuisce al sostegno del progetto strategico Task Force for Cystic Fibrosis, per il quale il Bike Tour FFC ha raccolto negli ultimi quattro anni 170 mila euro. Nato nel 2014, finanziato e promosso da FFC e condotto in sinergia con Istituto G. Gaslini e Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, lo studio ha portato alla luce la molecola ARN23765, selezionata e ottimizzata da uno screening condotto su 11 mila composti e attualmente in fase di sviluppo preclinico. La speranza di una terapia che colpisca la malattia alla radice è sempre più realistica: i ricercatori coinvolti nel progetto stanno lavorando per trovare la formulazione più opportuna di questo promettente correttore da testare sull’uomo. L’obiettivo finale è quello di arrivare nel 2020 a uno studio clinico prima in soggetti sani e poi nei malati FC.