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Ciro

Mi chiamo Ciro, ho 17 anni, sono un nuotatore e ho la fibrosi cistica. Alle sfide con me stesso e contro il tempo sono abituato, ma vorrei liberarmi di quelle imposte dalla malattia. Per questo vi chiedo di sostenere la ricerca.

Dare il proprio cinque per mille a un liceale che nuota cinque-sei chilometri al giorno, è un bravo studente e sembra godere di ottima salute può sembrare una scelta sbagliata.

Apparentemente non c’è nulla di speciale nelle mie giornate: scuola, piscina, compiti, riposo sono i miei impegni quotidiani da quando ero bambino. Dal lunedì al sabato esco di casa alle 7.30, ci ritorno per pranzo, vado ad allenarmi, la sera studio e alle 21.30 già sto nel letto.

C’è un impegno, però, che si aggiunge agli altri e che non posso mai evitare, anzi, può imporsi su tutti: si tratta della terapia respiratoria che faccio più volte al giorno per mantenermi in salute. Avere la fibrosi cistica (la malattia genetica con la quale sono nato) è un impegno in più, perché ti devi curare. Assorbe molto tempo ma, per la maggior parte del tempo, avanza nascosta.

Dalla fibrosi cistica ancora non si può guarire e i ricercatori stanno lavorando per rendere a noi malati una vita migliore. Penso lavorino bene, per quello che hanno scoperto fino adesso.

Ho scelto di collaborare con la Fondazione FFC per dare voce a chi non può o si vergogna di farlo. Io non nascondo la mia malattia e non mi sono mai posto dei limiti. La carriera del nuotatore è abbastanza breve, ma mi piace perché non dipendi da nessuno: se vai bene o male è sempre tutto merito tuo, a differenza di come va per la fibrosi cistica.

Io per salire sul podio ce la metto tutta, però so che per stare bene il mio impegno non basta. So anche che, perché  la ricerca avanzi, c’è bisogno della partecipazione di tutti, dunque conto su ognuno di voi. Se seminate l’amore, l’amore vi troverà.

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