«Per me questo panettone speciale è un modo di ricordare mio fratello Giandomenico. Chiedere denaro, in questo momento storico, è una sfida veramente difficile, tuttavia allo stesso tempo le persone possono realmente comprendere com’è stare in attesa di una cura.»
Se cercate su internet Alessandro Negrini, classe 1978, trovate le due stelle Michelin, vi compaiono le più prestigiose affiliazioni della ristorazione internazionale, location prestigiose ed eventi raffinati e unici.
Alessandro però al telefono è semplicemente Alessandro, che per passione e professione fa lo chef. Dà subito del tu e ha tempo di chiacchierare e raccontarsi, nonostante ci sia tanto lavoro con la riorganizzazione del delivery (anche dello speciale panettone gourmet a generoso sostegno della Ricerca FFC) per i ristoranti “Il Luogo di Aimo e Nadia” e “Voce Aimo e Nadia”. In particolare l’Alessandro che intervistiamo è fratello di Giandomenico, scomparso nel 2004 a causa della fibrosi cistica. Giandomenico era il secondogenito dopo Marco, mancato ancor prima per la stessa malattia e che Alessandro, arrivato per ultimo, non ha conosciuto.
Giandomenico era incredibile, sono stato fortunato ad averlo e il fatto che avesse la fibrosi cistica ci ha in qualche modo dato l’opportunità di passare tantissimo tempo insieme, nonostante avessimo ben otto anni di differenza. Le terapie, soprattutto allora, lo costringevano a passare a casa moltissime ore. Mi ricordo perfettamente le battiture (terapie dell’epoca, nda), le strane posizioni in cui doveva stare. Da lui ho imparato tutto, ero un bambinetto “già grande” perché ascoltavo i Pink Floyd alle elementari. Siamo cresciuti in Valtellina, e sono sicuro che l’aria di quei luoghi l’ha aiutato, accanto allo sport (la bici, soprattutto!), che ha sempre praticato e amato. Addirittura con un amico aveva istituito un gruppo sportivo di mountain-bike! Un giorno mi disse che saremmo partiti per un’avventura: dalla Valtellina a Vienna, in bici, valicando il Passo del Bernina. Io avevo 12 anni, lui ne aveva 20 e la fibrosi cistica, ve l’immaginate? Ma ci riuscimmo, creando dei ricordi meravigliosi che oggi custodisco con cura.
Qual è il tuo legame con la Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica?
Naturalmente la malattia esiste da sempre nella vita della mia famiglia, e anche il Centro di Verona e il professor Mastella. Proprio lui disse a mia madre che, per le leggi Mendel, io avrei potuto essere sano, e infatti così fu, e non sono portatore. Naturalmente ho fatto il test prima che arrivasse il desiderio di avere un figlio mio! Oggi Giorgio ha 7 anni.
Con la Fondazione invece sono entrato in contatto grazie a Matteo (Marzotto, presidente FFC, nda) e ancor più per merito della sua mamma, Marta, che frequentava il nostro ristorante. Era il 2005, avevo iniziato da poco a fare lo chef e un giorno, a cuore aperto, questa donna straordinaria volle condividere la loro storia e la perdita della figlia secondogenita Annalisa. Appresi insieme a Fabio Pisani, partner professionale e amico (mio e di Giandomenico), che Matteo aveva creato, insieme al professor Mastella e Vittoriano Faganelli, la Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica.
Per questo hai deciso di contribuire alla Ricerca FFC con il vostro panettone gourmet?
Vorrei che il panettone fosse solo l’inizio, un modo per inaugurare una collaborazione che ci tengo a strutturare e prolungare nel tempo. E poi il panettone è un dono irrinunciabile, soprattutto per i milanesi, che ci dà l’opportunità di far conoscere FFC. Il prodotto racchiude la filosofia del Luogo di Aimo e Nadia: 58 anni di qualità della materia prima e mestiere. L’alimentazione in particolare per i malati FC è cruciale. Una volta mi arrabbiai perché in ospedale da mio fratello c’era una pasta panna e piselli che era orrenda. Non c’era affatto attenzione al menu, ma il cibo è il carburante del corpo! Per me questo panettone speciale è un modo di ricordare mio fratello Giandomenico. Chiedere denaro, in questo momento storico, è una sfida veramente difficile, tuttavia allo stesso tempo le persone possono realmente comprendere com’è stare in attesa di una cura.
Parte del ricavato del Panettone classico, del Panettone zafferano e arancia – l’omaggio del Luogo di Aimo e Nadia a Milano – e del Pandoro, sarà devoluto a sostegno della Ricerca FFC.