Lo studio ha dimostrato che la disponibilità di ferro favorisce la formazione di biofilm e la capacità di invadere cellule in coltura da parte di Burkholderia cenocepacia. E’ stato anche osservato che l’invasività di questo batterio è significativamente diminuita da trattamenti con lattoferrina, una glicoproteina legante ferro dotata di elevata attività antibatterica. Inoltre, si è dimostrato che la superficie delle cellule mutate nel gene CFTR mostra un basso contenuto di tioli. Poiché i tioli di superficie sono probabilmente coinvolti in processi che coinvolgono i meccanismi di ossido-riduzione, la povertà di tioli potrebbe causare alterazioni nella regolazione di vie metaboliche intracellulari che rispondono allo stress ossidativo e contribuire al processo infiammatorio. Lo sviluppo di questi studi consentirà di valutare la possibile efficacia di terapie antibatteriche e antinfiammatorie basate sulla somministrazione di lattoferrina e glutatione.