Risultati:sono stati raccolti circa 200 campioni di MRSA. Provenivano da 178 pazienti con età media di quindici anni, assistiti in nove Centri italiani. L’osservazione clinica un anno prima e un anno dopo la colonizzazione da MRSA ha indicato che in questo arco di tempo non vi erano differenze nel livello di funzionalità respiratoria. E che in circa la metà dei casi (51%) la colonizzazione da MRSA era di durata inferiore l’anno, mentre persisteva oltre l’anno in circa un terzo dei casi (31%).
Gli antibiotici cui MRSA è risultato più frequentemente sensibile sono stati: linezolid, vancomicina, teicoplanina.
La caratterizzazione genica dei ceppi di MRSA ha permesso di stabilire che quelli più diffusi fra i pazienti erano di origine “comunitaria”, vale a dire provenivano da ambienti in cui le persone si aggregano (posti di lavoro, scuola, locali di ristorazione ecc. ecc.), comunque ambienti extraospedalieri. Il dato è importante perché sinora si è sempre pensato che l’origine principale di MRSA fosse l’ambiente ospedaliero. Un ceppo di questi MRSA di origine comunitaria né risultato particolarmente diffuso tra i pazienti della maggior parte dei Centri partecipanti alla ricerca, suggerendo la possibilità di una facile trasmissione e la necessità di prevenire il rischio di epidemia.