L’iniziale diversità dei ceppi batterici nei bambini FC si riduce nel tempo indipendentemente dall’uso di antibiotici, portando alla selezione di batteri dominanti con attività proinfiammatoria.
È importante sapere se e come i batteri che colonizzano le basse vie aeree dei bambini FC contribuiscono alla progressione della malattia. Per dare una risposta a questo quesito, un gruppo di ricerca australiano ha realizzato in una coorte di bambini FC diagnosticati per screening neonatale una ricerca che ha adottato una procedura impegnativa: la broncoscopia con prelievo del liquido bronco alveolare (BAL).
Sono stati presi in esame 48 lattanti e bambini FC di età compresa tra 1 e 78 mesi, diagnosticati per ileo da meconio o positivi allo screening neonatale presso il centro di Melbourne tra il 1992 e il 2001. Sono stati sottoposti a broncoscopia e prelievo di BAL, con raccolta totale di 95 campioni, soggetti con o senza sintomi respiratori; trattati o meno con terapia antibiotica; durante controllo ambulatoriale o ospedalizzazioni. Più della metà dei soggetti (27/48) sono stati studiati longitudinalmente, eseguendo cioè più prelievi (da 2 a 4) nello stesso paziente, intervallati nel tempo.
I ceppi batterici presenti nei campioni di BAL sono stati inoltre identificati sia con l’esame colturale sia con una fine indagine molecolare (studio dell’rRNA 16S, un gene batterico importante per riconoscere la specie da cui il batterio proviene). La popolazione batterica è risultata molto composita nei primi tempi: fra i batteri patogeni è stato riscontrato nella maggioranza dei casi Stafilococco aureo, seguito da Pseudomonas aeruginosa ed Emofilo; meno frequenti gli altri. È lo Stafilococco che più spesso ha assunto caratteristiche di batterio dominante, molto meno Pseudomonas.
Nei campioni raccolti ripetutamente negli stessi soggetti sono risultati in correlazione la diminuzione della diversità batterica, l’emergenza di un batterio dominante, l’aumento di uno dei due marcatori di infiammazione utilizzati (l’elastasi neutrofila e non l’interleuchina-8) e la presenza di sintomi respiratori al momento della broncoscopia.
Non si è trovata invece correlazione fra diminuzione della diversità batterica e uso di terapie antibiotiche. E nemmeno correlazione tra diminuzione della diversità batterica e funzionalità respiratoria (misurata attraverso FEV1) a 6 anni. Sappiamo però che la FEV1 a 6 anni può anche non rappresentare fedelmente l’entità della malattia polmonare.
Perciò il risultato di questa ricerca può confermare solo che nei polmoni FC la popolazione batterica tende con il tempo a divenire meno varia fin dai primi anni di vita; questa modificazione si accompagna a reazione infiammatoria dei tessuti polmonari e a sintomi respiratori. Non sappiamo se questa perdita di diversità correli con effetti a lungo termine, ma è ragionevole pensare che sarebbe importante trovare il modo di contrastarla precocemente.
1. Frayman KB, Armstrong DS, Carzino R, Ferkol TW, Grimwood K, Storch GA, Teo SM, Wylie KM, Ranganathan SC. The lower airway microbiota in early cystic fibrosis lung disease: a longitudinal analysis. Thorax. 2017 Mar 9. pii:thoraxjnl-2016-209279. doi: 10.1136/thoraxjnl-2016-209279. [Epub ahead of print]