La somministrazione di antibiotico (tobramicina in particolare) continua o a mesi alterni via aerosol nell’infezione respiratoria cronica da Pseudomonas aeruginosa da più di 10 anni ha dimostrato essere un valido mezzo per contenere la carica batterica bronchiale e migliorare il decorso della malattia polmonare FC. I nebulizzatori tradizionali ad aria compressa (nebulizzatori jet) sono stati perfezionati nella loro efficienza di erogazione del farmaco, ma mantengono il limite del lungo tempo richiesto per la terapia, creando quindi il rischio per molti pazienti di scarsa aderenza alla cura. Negli ultimi anni si sono sviluppate tecnologie nuove basate su un sistema per cui una membrana vibrante crivellata da migliaia di minuscoli forellini
(“vibrating mesh technology”) che hanno mostrato alcuni vantaggi soprattutto, ma non solo, nel ridurre i tempi di inalazione. Questi strumenti vengono disegnati con caratteristiche adattate al tipo di molecole e di soluzione in cui sono contenute. L’antibiotico più usato per questo trattamento è la tobramicina, preparata in appropriata soluzione in flaconi di 5 ml con una concentrazione del farmaco di 60 mg /ml.
Uno studio condotto da ricercatori canadesi (1), in collaborazione con la compagnia germanica Pari Pharma di Monaco si è posto l’obiettivo di sperimentare una nuova versione del nebulizzatore a membrana vibrante E-Flow, finalizzata a somministrare una quantità più piccola (1,5 ml) di soluzione di tobramicina a maggiore concentrazione (60 mg/ml), con riduzione notevole della soluzione dispersa o residua. Sono stati reclutati 16 pazienti FC (8 bambini e 8 adulti) con situazione respiratoria stabile e FEV1 maggiore del 45%. In maniera casuale sono stati assegnati metà al trattamento con nebulizzatore jet (PARI LC plus) e tobramicina 5 ml a concentrazione 60 mg/ml e metà al trattamento con E-Flow e tobramicina 1,5 ml a concentrazione 100 mg/ml. Entrambi gli strumenti producevano particelle aerosoliche di assai piccolo dimensione: diametro intorno ai 4 micron (un pò meno con E-Flow)
La capacità dei due trattamenti di raggiungere la periferia polmonare è stata misurata aggiungendo alla soluzione di tobramicina un radioisotopo (il Tecnezio 99m) che serviva come tracciante per valutare la frazione di antibiotico somministrato che andava a depositarsi nei polmoni: un esame scintigrafico del torace e relativi calcoli derivati permettevano tale valutazione in termini matematici.
Si così registrato che i due trattamenti davano una deposizione periferica di tobramicina pressochè simile: 45 mg per E-Flow e 46 mg per PARI LC plus. Le concentrazioni di farmaco nel sangue erano rispettivamente di 909 e 1011 microgrammi per litro: livelli estremamente bassi in entrambi i casi e quindi privi di rischi di tossicità. L’unica difefrenza significativa tra i due trattamenti era il tempo necessario alla completa inalazione del farmaco: in media 4 minuti per E-Flow e 17 minuti per LC plus.
Dunque il nuovo sistema sembra offrire alcuni sostanziali vantaggi: eguale deposizione polmonare rispetto al nebulizzatore tradizionale con minor quantità di farmaco (100 mg anzichè 300 mg) e minore dispersione, ma soprattutto riducendo ad un quarto il tempo necessario per la completa inalazione della dose.
Va detto che il nuovo strumento probabilmente avrà costi sostenuti rispetto al jet tradizionale, così come sostenuti sono i costi dell’E-Flow attualmente in uso. Anche la sua manutenzione non sarà più contenuta di quella del nebulizzatore jet.