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14 Marzo 2008

Valutata l’efficacia di ventilazione non invasiva a domicilio in persone CF con insufficienza respiratoria

G. M.

L’impiego di ventilazione non invasiva notturna sta entrando con sempre maggior frequenza nel trattamento dell’insufficienza respiratoria ipercapnica (elevati livelli di anidride carbonica nel sangue) in pazienti CF. Si intende per ventilazione non invasiva un intervento di compenso alla ventilazione polmonare attraverso l’uso di maschere facciali o nasali collegate and un ventilatore che esercita più abitualmente una piccola pressione positiva nell’inspirazione e una ancor più piccola pressione positiva nell’espirazione (si distingue dalla ventilazione invasiva, che richiede incannulazione tracheale attraverso bocca o attraverso tracheotomia). Un tale metodo di supporto ventilatorio è largamente impiegato, anche di giorno, in coloro che vengono preparati al trapianto polmonare. Mancano accurati studi di valutazione di una tale pratica, specialmente in ambito domiciliare. Un gruppo australiano di Melbourne si è cimentato con un piccolo ma rigoroso studio su 8 pazienti con insufficienza respiratoria ipercapnica trattati a domicilio per un tempo protratto (1). Tutti i pazienti ricevevano tre tipi di trattamento per 6 settimane ciascuno, ruotati con assegnazione casuale (metodo “cross-over”): semplice aria somministrata con cannule nasali da bombola (era il placebo), ossigeno somministrato nello stesso modo, ventilazione non invasiva (senza ossigeno) con maschera facciale o nasale a seconda della tolleranza del paziente. La durata media della ventilazione è stata di 4,3 ore per notte e quella dell’aria e dell’ossigeno rispettivamente di 7,2 e 6,5 ore.

Sono stati misurati numerosi parametri sia di notte nel sonno che di giorno da svegli, prima dell’inizio dello studio ed alla fine di ciascun ciclo di trattamento. Si è così registrato che il trattamento con ossigeno ha una dimostrabile efficacia solo nel migliorare i livelli di saturazione in ossigeno nel sangue arterioso nel sonno. La ventilazione non invasiva migliora invece nettamente la ipoventilazione notturna (si riducono i livelli ematici di anidride carbonica); riduce i sintomi respiratori ed in particolare la dispnea da sforzo; aumenta significativamente la capacità di sforzo fisico. Questi miglioramenti sono dovuti probabilmente alla condizione di maggior riposo dei muscoli respiratori consentita dalla ventilazione non invasiva notturna. Il trattamento ventilatorio è stato in tutti ben tollerato: solo due pazienti presentarono aerofagia, risolta peraltro abbassando un po’ la pressione positiva inspiratoria.

Il limite di questo studio è la scarsa numerosità del campione testato, ma questo tipo di studi è alquanto difficile: basti pensare che gli autori dello studio avevano identificato 14 pazienti adatti, ma 6 di questi non accettarono di entrare nel protocollo. Tuttavia lo studio ha dato indicazioni piuttosto positive sull’utilità di un tale trattamento, che richiede peraltro una buona capacità di adattamento dei pazienti.

1)Youg AC, et al. Randomised placebo controlled trial of non-invasive ventilation for hypercapnia in cystic fibrosis. Thorax 2008;63:72-77

14 marzo 2008