Sappiamo che Pseudomonas aeruginosa sopravvive nel tratto respiratorio grazie alla formazione di biofilm, una struttura mucillaginosa che lo protegge in piccole colonie dall’azione degli antibiotici e dall’aggressione difensiva dei neutrofili (fagocitosi). Il sistema “quorum sensing” (un insieme di molecole secrete dal batterio) controlla la maturazione del biofilm, la protezione del batterio dall’azione immunitaria dell’organismo, la tolleranza agli antibiotici e la produzione di fattori di virulenza. Alcuni percorsi attuali di ricerca sono orientati ad individuare farmaci che inibiscano il quorum sensing. Alcuni di questi sono stati identificati e testati in vitro, ma ancora non sono stati prodotti studi sull’uomo. Nel setacciare un largo numero di composti naturali e sintetici era stato dimostrato alcuni anni fa che gli estratti di aglio avevano attività inibitoria verso il quorum sensing (1). Inoltre era stato visto, su modelli in vitro, che questi estratti rendevano uno Pseudomonas, altrimenti resistente, attaccabile da tobramicina e neutrofili; nel topo con infezione cronica da Pseudomonas l’aglio riduceva la mortalità e la formazione di colonie batteriche (2). Su queste premesse un gruppo di studiosi di Nottingham (UK), coordinati da Alan Smith, ha effettuato uno studio pilota, randomizzato e controllato con placebo, basato sulla somministrazione di olio di aglio macerato contro olio d’oliva, come placebo, a pazienti FC di età superiore a 8 anni (3).
I due preparati oleosi erano somministrati in capsule contenenti ciascuna 656 mg di olio d’aglio o di olio d’oliva, mescolato con 10 mg di olio di cinnamomo per uniformare l’odore dei due preparati. Veniva somministrata una capsula al giorno con il pasto della sera per 8 settimane. 26 pazienti entrarono nello studio, tutti con infezione cronica da Pseudomonas: 13 ricevettero l’aglio e 13 il placebo. Alla fine del trattamento i trattati con aglio avevano un minor declino medio di funzione respiratoria (FEV1), un lieve incremento di peso e un lieve incremento di punteggio clinico rispetto ai trattati con placebo. Ma le differenze tra aglio e placebo su questi parametri non risultava statisticamente significativo. Gli autori concludono che la tendenza lievemente migliorativa nei trattati con aglio non raggiunge la significatività a causa del troppo piccolo numero di pazienti inclusi nello studio e tuttavia ritengono che i seppur modesti risultati ottenuti incoraggino studi clinici su larga scala: almeno 90 pazienti per gruppo sarebbero necessari per evidenziare eventuali differenze, attribuibili al preparato d’aglio.
Noi riteniamo che questo studio pilota, pur condotto correttamente, non sia particolarmente incoraggiante: un eventuale studio più esteso dovrebbe essere preceduto dall’identificazione e dall’isolamento delle sostanze dell’aglio che hanno specifico effetto sul quorum sensing di Ps. aeruginosa e queste sostanze andrebbero eventualmente impiegate nello studio clinico, anziché un estratto totale, e di esse andrebbe testato il dosaggio più adeguato e il comportamento farmacologico. Oltretutto gli autori di questo studio sembrano sottovalutare che in 5 pazienti trattati con aglio erano comparse alla fine del trattamento anomalie nella funzione epatica o nei trigliceridi.
1. Rasmussen TB, et al. Screening for quorum sensing inhibitors (QSI) by use of a novel genetic system, the QSI selector. J Bacteriol. 2005;187:1799-1814
2. Bjarsholt T, et al. Garlic blocks quorum sensing and promotes rapid clearance of pulmonary Pseudomonas aeruginosa infections. Microbiology. 2005;151:3873-80
3. Smith AR, et al. Garlic as inhibitor of Pseudomonas aeruginosa quorum sensing in cystic fibrosis – A pilot randomized controlled trial. Pediatr Pulmonol. 2010;45:356-62