L’esperienza di un centro belga suggerisce che il trapianto di lobi polmonari prelevati da donatori deceduti possa rappresentare un’opzione valida per i pazienti FC di piccola taglia.
I pazienti caratterizzati da dimensioni corporee ridotte rimangono in lista d’attesa per trapianto polmonare per un tempo in genere più lungo rispetto agli altri, perché c’è una relativa scarsità di donatori adatti alla taglia richiesta. Per ovviare a questo problema è stata presa in considerazione la possibilità di utilizzare lobi polmonari prelevati da donatori viventi, ma questa procedura, anche per motivi etici, è, di fatto, utilizzata solo negli Stati Uniti e in Giappone e su casistiche limitate di pazienti. C’è la possibilità di utilizzare i polmoni del donatore, anche se di grande taglia, o riducendone complessivamente le dimensioni o trapiantandone solo dei lobi: ma le segnalazioni relative all’applicazione di questa procedura sono a tutt’oggi limitate. I risultati di questo studio (1) sono basati invece su una esperienza relativamente più consistente.
Lo studio riporta i dati relativi a 8 pazienti FC in cui sono stati trapiantati 14 lobi polmonari (gruppo A), confrontati retrospettivamente con 66 pazienti FC in cui sono stati trapiantati i polmoni interi con procedura standard (gruppo B). Tutti i trapianti sono stati effettuati, tra il 1991 e il 2011, presso il Centro Chirurgico dell’Ospedale di Leuven in Belgio, dove la procedura del trapianto lobare aveva avuto inizio nel 2005. La tecnica del trapianto di singoli lobi è stata preferita, per le minori conseguenze emodinamiche, alla tecnica di riduzione delle dimensioni dell’intero polmone; è stata messa in atto come procedura di elezione in casi selezionati di pazienti sulla base della loro struttura corporea (doveva esserci considerevole squilibrio fra le dimensioni della cavità toracica del donatore rispetto a quella del ricevente), comunque non come strategia di emergenza in condizioni critiche per la sopravvivenza in lista d’attesa.
I pazienti del gruppo A, tutti affetti da fibrosi cistica, di età compresa fra i 13 e i 25 anni, erano, come atteso, di peso e altezza statisticamente inferiori rispetto a quelli del gruppo B (età fra i 34 e i 52 anni); le caratteristiche corporee e funzionali dei donatori erano invece simili per i due gruppi. Il tempo di permanenza in lista d’attesa dei pazienti di piccola taglia non è stato superiore agli altri. Il tempo richiesto per l’esecuzione del trapianto sul tavolo operatorio non è stato diverso in base al tipo di trapianto (lobi o polmone intero). La necessità di ricovero in terapia intensiva e la degenza media complessiva è risultata invece maggiore nel gruppo A (12 versus 4 giorni e 37 versus 24 giorni rispettivamente), ma la sopravvivenza ad un anno è risultata pari a 100% in entrambi i gruppi. Importante il fatto che non sono apparse differenze nel miglioramento della funzionalità respiratoria nel post trapianto e nel tempo necessario per raggiungerlo. Il quadro clinico della bronchiolite obliterante (BOS), causata da rigetto cronico del polmone trapiantato, è stato diagnosticato in 18 pazienti del gruppo B e in nessun paziente del gruppo A (questi secondi sono tutti in vita al settembre 2012). Gli Autori stessi sottolineano l’esiguità della casistica, tale forse da non poter evidenziare differenze significative con il trapianto dei polmoni interi. Però i dati presentati suggeriscono che il trapianto lobare da donatore non vivente può essere considerata una opzione accettabile per riceventi di piccole dimensioni corporee.
1) Stanzi A1, Decaluwe H1, Coosemans W1, et al. Lobar lung transplantation from deceased donors: a valid option for small-sized patients with cystic fibrosis. Transplant Proc. 2014;46(9):3154-9. doi: 10.1016/j.transproceed.2014.09.168.