Un trattamento efficace verso Pseudomonas aeruginosa (Pa) è essenziale nel protocollo terapeutico della broncopneumopatia cronica in Fibrosi Cistica. La colimicina è un agente antibatterico di provata efficacia contro Pa e la terapia aereosolica con Colimicina fiale per nebulizzazione è già di uso comune. Più recentemente si è resa disponibile la formulazione per polvere secca che, a parità di efficacia e sicurezza, potrebbe essere meglio accettata dai pazienti, perché di esecuzione più rapida e più semplice. Gli Autori di questo lavoro (1) hanno studiato la formulazione colimicina polvere contenuta in una capsula e somministrata tramite un device di recente fabbricazione (CDPI inalata con Turbospin). Si ritiene, in base ai dati raccolti, che ogni capsula, che contiene 125 mg (= 1662,500 U.I.) di antibiotico, produca una deposizione a livello polmonare del farmaco pari a quella ottenibile con una fiala di Colimicina per inalazione. Il device impiegato è portabile, è di facile manutenzione e viene sostituito ogni 28 giorni. Il disegno dello studio ha previsto un confronto tra CDPI usato continuativamente due volte al giorno per 24 settimane (Gruppo A) e tobramicina fiale per aerosol usata due volte al giorno per tre periodi di ventotto giorni di trattamento intervallati da 28 giorni di non terapia (Gruppo B). Lo studio ha coinvolto 66 Centri FC Europei nel periodo marzo 2003- ottobre 2007.
I pazienti arruolati dovevano avere un’età superiore a sei anni, essere in condizioni polmonari stabili, essere portatori cronici di Pa e aver già effettuato terapia aerosolica con tobramicina per almeno due cicli prima dell’arruolamento. L´efficacia dei due protocolli di trattamento è stata valutata sulla base dei valori delle prove di funzionalità respiratoria, sulla sensibilità di Pa nella cultura di escreato ai due antibiotici in studio e sul grado di accettazione della terapia e della qualità della vita. Per verificare la sicurezza delle terapie è stata considerata l’ eventuale comparsa di sintomi avversi o di anomalie negli esami di laboratorio.
Sono stati arruolati 380 pazienti (187 Gruppo A e 193 nel Gruppo B). Non hanno terminato il periodo di follow up previsto 32 pazienti nel Gruppo A e 21 pazienti nel Gruppo B (18/32 nel gruppo A e 3/21 nel gruppo B per comparsa di eventi avversi). Tra i due gruppi non sono emerse differenze significative nei parametri riferiti all´efficacia. La sensibilità di Pa alla Colimicina si è mantenuta in entrambe i gruppi significativamente superiore a quella della Tobramicina. La frequenza di eventi avversi (tosse irritativa, irritazione alte vie respiratorie e disturbi del gusto) sono stati più frequenti nel Gruppo A, anche se il trattamento con CDPI è risultato significativamente più gradito.
Gli Autori discutono i loro dati affermando che CDPI, avendo dimostrato parità di efficacia con Tobramicina, ma migliore capacità di mantenere una buona sensibilità all’antibiogramma e soprattutto una maggiore facilità di assunzione, è sicuramente da considerare un importante nuovo presidio terapeutico. L’aumentata incidenza di effetti collaterali rispetto alla terapia di confronto, deve essere considerata, infatti, anche alla luce del fatto che i pazienti randomizzati nel Gruppo B avevano già effettuato terapia con Tobramicina per aerosol prima dell’ ingresso nello studio e avevano già, quindi, dimostrato di essere ad essa tolleranti.
A commento di questo lavoro, va considerato che non risulta del tutto comprensibile la scelta del farmaco di controllo (Tobramicina fiale per aerosol) somministrato ai pazienti del Gruppo B. Sia Tobramicina polvere secca, sia Colimicina fiale per aerosol, entrambe già in commercio, potevano essere dei farmaci di confronto più adeguati.
Conclusivamente, comunque, questo studio ha sicuramente il pregio di aver dimostrato che CDPI, anche se utilizzato per lungo periodo, è sostanzialmente sicuro e non meno efficace di un trattamento utilizzato per le medesime finalità. Gli effetti collaterali a carico delle prime vie, presenti in tutte le formulazioni per polvere secca, si sono confermati più frequenti rispetto alle formulazioni per soluzione inalante ma, di fatto, per i pazienti tolleranti, la somministrazione tramite polvere riesce ad essere parimenti efficace e molto più facile da eseguire, e soprattutto con minor impegno di tempo, con evidenti conseguenze sulla aderenza allo schema terapeutico quotidiano.
1. Shuster A “Safety, efficacy and convenience of colistimethate sodium dry powder for inhalation ( Colobreathe DPI) in patients with cystic fibrosis: a randomised study”
Thorax 2012;o:1-7. doi: 10.1136/ throraxjnl-2012-202059