La presenza di Pseudomonas aeruginosa nei vegetali comporta un rischio irrilevante per i polmoni dei malati FC
Il batterio Pseudomonas aeruginosa (PA) può essere trasmesso ai polmoni dei soggetti con FC anche attraverso cibo contaminato. E’ una possibilità estremamente scarsa: quanto scarsa? Un gruppo di ricercatori tedeschi ha voluto dare risposte concrete a questo timore(1). Perciò ha indagato se ed eventualmente in che quantità PA è presente nei comuni vegetali; inoltre quanto ne viene eliminato dalle difese immunitarie di prima linea presenti nel cavo orale quando vi arriva portato da un vegetale contaminato.
E’ stata studiata la presenza di PA ed anche di altre specie di Pseudomonas, fra cui Burkholderia cepacia, su 308 campioni di vari vegetali acquistati nei supermercati della città di Tubinga (Germania). Per cercare i batteri, i vegetali sono stati opportunamente trattati, vale a dire omogeneizzati, diluiti e indagati con apposite tecniche per la conta della carica batterica. Per studiare invece “dal vivo” la presenza e l’andamento del numero di batteri nel cavo orale, un malato FC (e due soggetti sani utilizzati come “controllo”) dovevano prima masticare per cinque minuti dell’insalata che era stata contaminata con una dose fissa e prestabilita di Pseudomonas aeruginosa, e poi dovevano sputarla. Passati 30 e 60 minuti dall’aver masticato l’insalata dovevano risciacquarsi la bocca con dell’acqua e sputarla. Sia sull’insalata masticata che sull’acqua servita al risciacquo della bocca è stata determinata la quantità di PA.
Questi i risultati: per quanto riguarda la presenza di PA nei campioni di verdure varie, solo in 15 degli oltre 300 campioni esaminati (= 4,9%) era presente PA. Una quantità minima di PA in particolare era presente nell’insalata, nei pomodori e nei cetrioli. Tutti gli altri campioni di verdure non contenevano PA e nemmeno Burkholderia cepacia.
Per quanto riguarda la presenza di PA introdotto in bocca attraverso insalata contaminata, il numero dei batteri risultava sceso al 35% della quantità iniziale introdotta quando è stato misurato nell’insalata masticata e allo 0.2% quando misurato nel liquido di risciacquo della bocca eseguito dopo 60 minuti dall’introduzione. Se il soggetto si comportava come avviene durante un pasto “normale” e cioè, dopo aver masticato l’insalata, beveva 200 millilitri (circaa due bicchieri) d’acqua, in quel caso, dopo essersi anche risciacquato la bocca per le esigenze della ricerca, nel liquido di risciacquo PA era ridotto allo 0.0001% rispetto alla carica iniziale.
Si può quindi stare tranquilli: mangiare cibi contaminati da PA rappresenta un rischio d’entità irrilevante per i polmoni delle persone affette da FC.
1) Worlitzsch D, Doring G “Pseudomonas aeruginosa in the oral cavity: implications for lung infection in patients with cystic fibrosis”. Journal of Cystic Fibrosis 2006; 5 (Supp1): 16