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15 Dicembre 2015

Ragioni dell’insuccesso del trattamento eradicante anti Pseudomonas

Graziella Borgo

Alla prima comparsa di Pseudomonas aeruginosa oggi è pratica corrente cercare di eradicarlo o per lo meno ritardarne l’attecchimento in forma cronica. Per ragioni ancora non ben conosciute, nel 10-40% dei casi questo tentativo non ha successo. La ricerca (1), svolta in pazienti FC del centro di Toronto, studia alcuni tratti caratteristici del batterio, per capire se gli aspetti più strettamente microbiologici svolgano una parte importante nei casi di insuccesso.

Si potrebbe ipotizzare che nei casi falliti all’eradicazione le caratteristiche cliniche del paziente non fossero ideali per il successo, ma ci sono pochi dati a questo riguardo. In uno dei principali trial svolti a supporto della pratica del trattamento eradicante (EPIC trial) il quadro clinico di partenza dei pazienti era simile e non c’erano elementi che distinguessero chi rispondeva positivamente da chi non rispondeva. Ragionevole quindi pensare che siano in gioco specifiche caratteristiche del batterio. Gli autori hanno esaminato 46 pazienti, visti al Sick Children Hospital di Toronto nel periodo 2011-2014, con un’età media di 10 anni. Alla prima comparsa di Pseudomonas li hanno trattati con tobramicina in soluzione per aerosol (300 mg/5ml) due volte al giorno per un mese. In 33 su 46 (72%) Pseudomonas è stato eradicato (scomparsa del batterio in tre culture successive), mentre negli altri 13 (28%) è rimasto. L’età, il sesso, il genotipo CFTR, la funzionalità respiratoria e lo stato nutrizionale erano simili nei due gruppi. In alcuni casi Pseudomonas era presente nell’escreato insieme ad altri batteri (Stafilococco aureo sensibile o resistente alla meticillina e altri tipici in FC), questo non ha però influenzato la percentuale di successo.

Lo studio microbiologico ha invece permesso di distinguere diversi morfotipi (gruppi di batteri simili per caratteristiche morfologiche), al punto da stabilire una separazione abbastanza netta tra i ceppi di Pseudomonas eradicati e quelli persistenti: grigi e piatti gli eradicati; verdi e prevalentemente mucoidi (71%) quelli persistenti. I ceppi chiamati mucoidi si distinguono dagli altri perché capaci di produrre una matrice polisaccaridica chiamata alginato (la stessa sostanza che costituisce la parete cellulare delle alghe), che li rende più resistenti all’attacco delle difese naturali e degli antibiotici. Diversa anche la motilità dovuta ai flagelli e ai pili di cui il batterio è dotato, che è risultata molto minore nei Pseudomonas persistenti. È stata esaminata anche la sensibilità all’antibiotico tobramicina (espressa in termini di MIC, la concentrazione minima inibente, vale a dire la dose minima di antibiotico capace di inibire la crescita del batterio), per concludere che una percentuale significativamente maggiore dei batteri persistenti ha una sensibilità inferiore degli altri al farmaco.

Secondo gli autori, ceppi di Pseudomonas di tipo mucoide, poco mobili e con ridotta sensibilità alla tobramicina, sono il frutto di un adattamento del batterio alla sopravvivenza nel polmone FC e abbastanza rari a trovarsi nell’ambiente naturale. Potrebbero anche essere la conseguenza di una trasmissione fra pazienti. Purtroppo, per conferma di questa ipotesi, manca la caratterizzazione del profilo genetico dei batteri, che in questi casi può dimostrare che il batterio in questione è identico a quello di altri pazienti e che quando persiste è veramente lo stesso e non un microbo di nuova acquisizione. Pur con questi limiti, il lavoro è interessante e stimola un ambito di ricerche che potrebbero avere ricadute pratiche per migliorare le strategie rivolte all’eradicazione di Pseudomonas. Una conoscenza più approfondita delle caratteristiche microbiologiche, in caso di insuccesso, potrebbe orientare meglio il tipo di antibiotico da adottare (scelto in base al meccanismo d’azione più adatto alle caratteristiche del batterio) e il dosaggio.

1. Vidya P, Smith L, Beaudoin T et all “Chronic infection phenotypes of Pseudomonas aeruginosa are associated with failure of eradication in children with cystic fibrosis” Eur J Clin Microbiol Infect Dis. 2015 Oct 22.