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4 Ottobre 2013

Quale stagione o quale zona climatica sono più a rischio per acquisire Pseudomonas?

Dott. Natalia Cirilli, Centro Regionale Fibrosi Cistica delle Marche, Ancona

Season is associated with Pseudomonas aeruginosa acquisition in young children with cystic fibrosis.
Psoter KJ, De Roos AJ, Wakefield J, Mayer J, Rosenfeld M.
Clinical Microbiology and Infection, 2013, May 23 [Epub ahead of print]

 

PREMESSE
La Pseudomonas aeruginosa (PA) è un batterio ubiquitario e i primi ceppi che vengono isolati nelle secrezioni respiratorie dei piccoli pazienti FC testimoniano un’acquisizione dall’ambiente. Si fa anche l’ipotesi che l’acquisizione del batterio abbia un andamento stagionale. Obiettivo di questa ricerca è stato indagare se c’è un rischio aumentato per i bambini residenti negli USA di acquisire PA in base alla stagione ed in base alla zone climatica di residenza.

METODO
Per questa indagine sono stati utilizzati i dati estratti dal registro FC americano dal 1 gennaio 2003 al 31 dicembre 2009. I bambini inclusi nello studio avevano un’età superiore a 6 anni e dovevano avere almeno una coltura dei secreti respiratori nei primi 2 anni di vita e la prima coltura doveva essere negativa per PA. Inoltre si è studiata la zona climatica di residenza dei pazienti nell’anno in cui hanno acquisito PA e, in base ad un sistema di classificazione climatica, gli USA sono stati suddivisi in 5 zone climatiche: tropicale, secca, temperata, continentale e polare. La zona climatica tropicale è stata esclusa dall’analisi perché vi risiedevano solo 37 bambini. Per ogni stagione e per ogni zona climatica sono state calcolate le incidenze di acquisizione di PA, poi anche dello Staphylococcus aureus (SA)

RISULTATI
Su un totale di 4123 pazienti FC pediatrici nati dopo il 31 Dicembre 2002, il 45% ha acquisito PA entro i primi 2 anni di follow-up. Questi pazienti, rispetto al gruppo dei non colonizzati, tendono ad essere diagnosticati lievemente prima (età alla diagnosi 2,2 mesi vs 2,3 mesi), ma non per screening neonatale neonatale (35% vs 50%), e sono prevalentemente omozigoti per la mutazione F508del (53% vs 41%). Il tasso d’incidenza di acquisizione di PA in tutto il periodo di osservazione era di 16,5 ogni 1000 mesi-persona (questo parametro indica la frequenza con cui si verifica un determinato fenomeno, in questo caso l’acquisizione di PA, osservato per periodi di tempo variabili e poi cumulati per ogni soggetto) L’età mediana di acquisizione di PA era di 19 mesi. Dal 2003 al 2009, per adeguarsi alle linee guida sul monitoraggio microbiologico delle secrezioni respiratorie dei pazienti, si è passati da una media di 0,4 colture per stagione ad 1 coltura per stagione (in pratica un esame ogni quattro mesi). Il tasso d’incidenza di acquisizione di PA è risultato: 15, 12, 18 e 20/1000 mesi- persona rispettivamente in inverno, primavera, estate e autunno. Preso l’inverno come stagione di riferimento, il rischio di acquisire PA è maggiore in autunno (IRR 1.34) e in estate (IRR 1.22) rispetto alla primavera (IRR 0.81). I pazienti erano così distribuiti per zona climatica: 289 (7%) clima secco, 1679 (43%) clima temperato e 1913 (49%) clima continentale. Il rischio di acquisire PA sembra risultare maggiore se si risiede nelle zone a clima temperato e a clima continentale, mentre nella zona a clima secco non si osservano variazioni di rilievo in relazione alle stagioni. Interessante notare che, ripetuta la stessa analisi sul rischio di acquisizione di SA (pazienti totali pediatrici 3196), non sono emersi variazioni nel rischio di acquisire SA in base alla stagione (IRR primavera = 0.99; IRR estate = 0.98; IRR inverno = 1.11) o alla zona climatica di residenza.

CONCLUSIONI
Rispetto a studi precedenti, con risultati controversi sull’effetto delle stagioni nell’acquisizione di PA, questa indagine sembra invece indicare, su una popolazione pediatrica ampia e su un periodo di 7 anni, che autunno ed estate sembrano essere le stagioni più a rischio, così come risiedere in zone a clima temperato e continentale. E’ possibile che fattori meteorologici quali l’umidità, la temperatura e la qualità dell’aria possono essere fattori di rischio per la prima acquisizione di PA da parte dei pazienti pediatrici FC. Questi fattori possono sia incidere sulla densità del batterio nell’ambiente, così come sulle abitudini comportamentali dei bambini (più tempo trascorso a contatto dell’ambiente esterno e dell’acqua nei climi temperati e continentali, maggiore umidità atmosferica in autunno) . Se questi dati fossero confermati, dovrebbero indurre i clinici ad una sorveglianza microbiologica più stretta dei pazienti FC pediatrici residenti in zone climatiche o in stagioni a più elevato rischio di acquisizione di PA