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19 Agosto 2010

Procreazione Medicalmente Assistita: i viaggi all’estero delle coppie italiane

G.Borgo

Si è tenuto alla fine di giugno 2010 a Roma il Congresso dell’ESHRE: Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (1). Sono stati presentati i risultati di uno studio condotto da questa società scientifica in 44 Centri europei che eseguono tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA). Scopo dello studio conoscere da quali nazioni le coppie provenissero e per quali ragioni avessero “emigrato”. I 44 centri sono situati in 6 paesi europei che sono i più frequentati da coppie straniere: Danimarca, Spagna, Svizzera, Belgio, Slovenia, Repubblica Ceca.

Nel periodo novembre 2008-gennaio 2009 è stato chiesto alle coppie presenti per visita o trattamenti nei centri di compilare un questionario anonimo: hanno aderito alla richiesta 1230 coppie. Le coppie italiane sono risultate essere le più numerose (391, pari al 32% del totale), seguite dalle tedesche (176 coppie, pari al 16%) e poi dalle coppie di altri paesi (in una percentuale inferiore al 10% per singolo paese). Ricordiamo che l’accesso alla PMA in Italia è regolato dalla Legge 40/2004 e che la Germania si è data una legge per alcuni aspetti simile a quella italiana e forse questa può essere una ragione delle cospicua emigrazione da questi due paesi.

Le caratteristiche delle coppie italiane che si recano all’estero: sono tutte coppie eterosessuali, sposate (80%) o conviventi (20%). L’età media delle donne è di 38 anni (minimo 21, massimo 51) e la maggior parte (232, cioè il 59%) ha comunque tra i 30 e i 40 anni.

Tra i paesi che hanno partecipato allo studio, le coppie italiane si recano soprattutto in Svizzera (50%), Spagna (30%) e in Belgio (12%). Nella maggior parte di casi (60%) le coppie si recano all’estero per eseguire trattamenti che sono illegali in Italia: donazione di seme, donazione di ovociti e, in minore misura, diagnosi genetica preimpianto (PGD). Quest’ultima interessa anche le coppie di portatori del gene FC che, secondo la Legge 40, non possono eseguire la PGD in Italia, dal momento che sono coppie fertili, mentre invece le tecniche di procreazione medicalmente assistita sono permesse solo alle coppie infertili. Le coppie che migrano per la donazione di seme si recano soprattutto in Svizzera, per la donazione di ovociti in Spagna, per la PGD in Belgio e in Spagna.

Poiché i 44 centri in cui è stata svolta l’inchiesta rappresentano circa la metà dei centri europei che accolgono coppie straniere, si può stimare che nel giro di un anno un numero considerevole di coppie italiane si rechi all’estero allo scopo di avere un figlio attraverso PMA (una stima per difetto indicherebbe almeno 6000 in un anno). I dati raccolti mostrano che le coppie italiane non vanno all’estero per effettuare trattamenti “estremi “, ma solo per cercare di avere un figlio all’interno di una coppia stabile, eterosessuale e in normale età riproduttiva. E più in generale fanno riflettere sull’entità del problema dell’infertilità delle coppie dei paesi industrializzati e sulla diffusione delle tecniche per superarla: la società ESHRE stima che in tutto il mondo, a partire dalla prima bimba concepita ‘in provetta’ (Louise Brown ora 32enne), “siano nati oltre un milione di bambini grazie alla Procreazione Medicalmente Assistita”.

1) http://salute.aduc.it, 28 giugno 2010