In Israele il test genetico per il portatore sano FC è stato disponibile per la popolazione generale in limitata misura fin dal 1999; dal 2008 è stato avviato un vero e proprio programma nazionale, con offerta del test (pannello di 17 mutazioni CFTR) a carico del servizio sanitario. Non è invece attivo un programma di screening alla nascita della malattia, anche se esistono centri specializzati per la cura della fibrosi cistica e dal 2004 è operativo un registro-malattia che raccoglie dati sistematici sulla realtà del paese. Combinando le fonti d’informazione (dati demografici nazionali, raccolta dati del Population Screening Program, del Ministero della Salute e dell’Istituto di Statistica), un gruppo di ricercatori di Tel Aviv, Haifa, Gerusalemme e Beersheva ha realizzato uno studio teso a fare un bilancio di quel programma (1). Esso ha preso in esame: gli effetti dello screening del portatore offerto alla popolazione (composta per il 75% da ebrei, il 20% da arabi e il 5% da altre nazionalità) nell’arco del periodo 2004-2011; le scelte riproduttive delle coppie di portatori; il numero dei nati malati; l’epoca della diagnosi e le caratteristiche della malattia. Scopo della ricerca è stato di portare argomenti a favore dell’attivazione dello screening neonatale FC.
Le coppie di portatori diagnosticate nell’intero periodo 2004-2011 sono state 387 (manca il numero complessivo dei soggetti testati). Queste coppie hanno avuto gravidanze con un tasso annuale medio di richiesta di diagnosi prenatale intorno al 50% (48 con deviazione standard 8,8). 86 gravidanze sono state interrotte per diagnosi di FC (in media 11 all’anno). Sempre nello stesso periodo sono nati 95 bambini affetti da FC, 22 da coppie che avevano fatto il test per il portatore. In 5 di queste 22 il test aveva diagnosticato uno solo come portatore (sono quindi coppie falsamente negative allo screening). Le altre 17 coppie sapevano invece di avere un rischio elevato di figlio FC (perché entrambi portatori) e hanno lo stesso avviato una gravidanza. Erano però, nella metà dei casi (11 su 22), coppie composte da portatori di mutazioni di incerto significato o polimorfismi (9 avevano almeno una mutazione D1152H, 2 almeno un polimorfismo 5T).
Venendo all’obbiettivo dichiarato della ricerca, l’età mediana alla diagnosi è stata di 6 mesi (con range molto ampio: da pochi giorni, nei casi con familiarità per FC, a 98 mesi). Alla diagnosi il 56% dei bambini presentava già sintomi respiratori e il 43% difetto di crescita. Gli autori fanno notare una certa differenza fra le caratteristiche dei nati dalle coppie “no screening” e da quelle dei nati da coppie “sì screening”. In questo secondo gruppo prevalevano la sufficienza pancreatica (65% dei casi) e l’assenza dei sintomi respiratori, mentre nel primo la situazione era esattamente opposta (prevalenza d’insufficienza pancreatica e presenza di sintomi respiratori).
Il lavoro purtroppo presenta alcune lacune probabilmente dovute alla disomogeneità delle fonti di raccolta dati, che non permettono valutazioni approfondite. Ci sembra tuttavia interessante perché può offrire paralleli con l’esperienza dello screening del portatore realizzato nel Nord Est italiano, oggetto di studi pubblicati. I ricercatori si chiedono se l’estendersi dell’identificazione dei portatori possa portare in prospettiva al prevalere di nascite di malati con malattia diversa dalla FC classica, dal momento che fra i nati da queste coppie di portatori dominano le forme lievi di malattia. Si tratta di un’ipotesi interessante, che potrebbe essere confermata dalla conoscenza delle caratteristiche genetiche presenti nelle gravidanze interrotte. Di maggior rilievo l’osservazione del ritardo sull’età di diagnosi e le conseguenze che inevitabilmente si realizzano in assenza di uno screening neonatale. L’applicazione di un programma di prevenzione della malattia (test del portatore CF nella popolazione) dovrebbe andare di pari passo con le strategie di diagnosi e cura precoce (screening neonatale).
1) Stafler P, et Al. “The impact of a national population carrier screening program on cystic fibrosis birth rate and age at diagnosis: Implications for newborn screening”. J Cyst Fibros. 2015 Sep 16. pii: S1569-1993(15)00203-9. doi: 10.1016/j.jcf.2015.08.007. [Epub ahead of print]