Possibile nuova via per controllare l’infiammazione polmonare in fibrosi cistica: uno studio finanziato dalla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica
L’infiammazione polmonare, mantenuta dall’ infezione batterica cronica ma esaltata primariamente in questa malattia per cause ancora poco note (ma probabilmente come effetto di una CFTR mutata), rappresenta una componente determinante nell’evoluzione e nella prognosi della fibrosi cistica. Molti studi attualmente sono mirati a conoscere i meccanismi che regolano la risposta infiammatoria in questa malattia, con l’intento di individuare trattamenti atti a contenerla. Parecchi progetti in quest’area sono in corso di attuazione con il supporto della Fondazione Ricerca FC. Tra questi ultimi merita segnalare la recente pubblicazione dei primi risultati di uno studio coordinato da Valeria Raia e condotto da un gruppo dell’Università di Napoli in collaborazione con uno dell’University College di Londra.
Per questa ricerca si sono utilizzate culture in vitro di tessuti ricavati da polipi nasali di pazienti operati di polipectomia: l’impiego di tali tessuti (ex vivo) consente di attuare esperimenti molto vicini a quelli condotti in vivo, cioè direttamente su persone viventi. Il tessuto nasale poi ha parecchie analogie di struttura e di funzione con quello delle basse vie aeree.
Gli Autori hanno focalizzato il loro interesse su una particolare modalità di scatenamento della risposta infiammatoria, quella legata all’attivazione di uno speciale enzima denominato “p38-MAP-chinasi”. Come effetto di tale attivazione si ha, tra l’altro, la produzione di un potente mediatore di infiammazione, la cosiddetta “interleukina-8”, e la migrazione di una grande quantità di leucociti neutrofili nella sede di infiammazione, con successiva attivazione della loro funzione difensiva (la cosiddetta degranulazione).
Gli esperimenti si sono basati su polipi nasali ricavati da 7 malati CF e da 7 malati adulti non CF.
La risposta infiammatoria è stata indotta in vitro incubando il tessuto con sostanze prodotte abitualmente da Pseudomonas aeruginosa per la sua azione aggressiva nei confronti dell’ospite (denominate “lipopolisaccaridi”): la risposta era misurata, tra l’altro, sulla base della produzione di interleukina 8 e della migrazione di neutrofili. Di rilievo è che la risposta infiammatoria dei tessuti CF era molto più spiccata rispetto a quelli non CF. Cimentando le culture con un farmaco inibitore dell’enzima p38-MAP-chinasi, i livelli di interleukina-8 e di migrazione di leucociti erano marcatamente ridotti, dimostrando così che è possibile controllare sensibilmente l’infiammazione bloccando l’attività di un enzima importante per la messa in moto del meccanismo infiammatorio.
Si tratta di uno studio suscettibile di interessanti sviluppi per future applicazioni terapeutiche. Gli autori ricordano che sono attualmente allo studio inibitori della p38-MAP-chinasi di nuova generazione, con i quali si stanno già approntando trial clinici in altre patologie, lasciando intendere la possibilità futura di poter trattare l’infiammazione polmonare CF con la somministrazione aerosolica di tali inibitori, riducendo così i potenziali effetti collaterali generali di tali farmaci.
Raia V, Maturi L, Ciacci C, et al. Inhibition of p38 mitogen activated protein kinase controls airway inflammation in cystic fibrosis. Thorax 2005;60:773-780