Nei meccanismi che sostengono l’infiammazione un ruolo importante è giocato da alcuni mediatori denominati “leucotrieni”. Tra questi, i “cisteinil-leucotrieni” sono responsabili di iperreattività bronchiale e sono potenti reclutatori di globuli bianchi neutrofili ed esoinofili. Si ritiene che nella fibrosi cistica essi possano avere una parte non secondaria nell’infiammazione polmonare. Bloccando con adeguati farmaci “antagonisti” i recettori cellulari di questi leucotrieni è possibile ottenere broncodilatazione, diminuire la iperreattività bronchiale e ridurre il fabbisogno di cortisonici nell’asma, rendendo inefficiente l’azione dei leucotrieni. Uno di questi farmaci antagonisti è il “montelucast”, già sperimentato con relativo successo in tre piccoli studi precedenti in malati di fibrosi cistica (Smith-Grohe S et al. Allergy Asthma Immunol. 2002;89:599-605; Morice AH et Al. Thorax 2001;56:244-245; Conway SP et Al. JCystic Fibrosis 2003;2:25-28).
Un gruppo polacco di Zgierz si è cimentato con un nuovo studio di piccole dimensioni ma condotto con un disegno corretto: un trial clinico su 26 pazienti di età compresa tra 6 e 18 anni, di cui 23 hanno completato lo studio, randomizzato (assegnazione casuale a farmaco o placebo), in doppio cieco, controllato con placebo, incrociato (ciascuno dei due gruppi, farmaco e placebo, cambiavano trattamento dopo 8 settimane e una pausa di 4 settimane, per altre 8 settimane: chi faceva farmaco continuava con placebo e viceversa). Il montelukast era somministrato in compresse alla dose di 5 mg al giorno nei ragazzi fino a 14 anni e di 10 mg nei pazienti oltre i 14 anni.
Il farmaco si è rivelato ben tollerato da tutti i pazienti. Al confronto con i soggetti trattati con placebo, in quelli trattati con montelukast si è ottenuto un significativo miglioramento degli indici di tosse e broncospasmo, con incremento medio di classici parametri di funzione respiratoria, FEV1 in particolare. L’originalità di questo studio sta nell’aver misurato anche alcuni marcatori di infiammazione sia nello sputo che nel siero: diminuiti in misura importante i fattori favorenti l’infiammazione (IL-8 e ECP) e aumentati quelli che contengono l’infiammazione (IL-10), abitualmente depressi in FC.
Questi risultati sono incoraggianti, anche se la scarsa numerosità dei pazienti studiati ne limita le conclusioni. Tuttavia, l’indicazione di un’azione antinfiammatoria del montelukast apre la strada a studi su casistiche più numerose e più orientate a conoscere i meccanismi d’azione antinfiammatoria del farmaco, che avrebbe il vantaggio di poter essere somministrato a lungo termine, stante il suo favorevole profilo in termini di effetti secondari avversi.
Stelmach I, et Al. Effects of montelukast treatment on clinical and inflammatory variables in patients with cystic fibrosis. Ann Allergy Asthma Immunol. 2005;95:372-380