Il trattamento aerosolico di tobramicina si è rivelato e si rivela tuttora efficace nel controllare l’infezione polmonare cronica nei pazienti FC. Fervono da tempo gli sforzi per ottimizzare il trattamento. Gli obiettivi di vantaggio rispetto alle formulazioni tradizionali (tobi) che si vanno perseguendo sono principalmente: una maggiore concentrazione dell’antibiotico nel polmone, un risparmio di farmaco, un minore assorbimento in circolo ed una sensibile riduzione del tempo di trattamento per il malato. Quest’ultimo vantaggio si è limitatamente ottenuto con l’impiego di particolari nebulizzatori a regolazione elettronica. La formulazione dell’antibiotico in polvere secca con inalazione auto-attivata passivamente si sta prospettando come molto promettente per i 4 obiettivi indicati. E’ questo l’oggetto di un interessante studio condotto in Belgio dal gruppo di Karim Amighi (1). Tale studio porta dati convincenti a dimostrazione che le formulazioni in polvere sono rapidissime nella somministrazione, ottengono maggior deposizione di antibiotico nel polmone rispetto alla dose inalata e minore riassorbimento in circolo, con una quantità molto ridotta di farmaco in comparazione con la soluzione tobi.
Nove pazienti CF (età media 34 anni), in condizioni cliniche stabili, vengono sottopsti a trattamento con inalazione di dose singola di tobramicina in tre diverse formulazioni: due nuove formulazioni in polvere (una in particelle micronizzate rivestite da una pellicola lipidica ed una in particelle micronizzate senza rivestimento), confrontate con la tradizionale formulazione in soluzione (tobi). Tutti i pazienti ricevono le tre formulazioni in periodi diversi, a distanza di 6 giorni tra l’una e l’altra somministrazione e ripetendo l’ordine delle tre formulazioni in senso inverso (crossover). La tobramicina polvere è contenuta in caspule nella dose di 25 mg ed è somministrata con nebulizzatore “aerolizer”, attivato dal respiro (bastano 2-3 inspirazioni rapide). La tobramicina soluzione tradizionale è impiegata alla dose di 300 mg con nebulizzatore Pari LC Star. Il farmaco viene marcato con radiotecnezio al fine di poterne analizzare la penetrazione/deposizione a livello polmonare mediante esame scintigrafico.
La deposizione a livello polmonare delle due formulazioni in polvere risultano rispettivamente 7 e 4,5 volte rispetto alla formulazione tobi (più alta la deposizione nella formulazione con particelle rivestite di lipidi). Rispetto alla dose inalata le due formulazioni in polvere presentano una deposizione polmonare di 53% e 34%, contro il 7,6% della formulazione in soluzione. La concentrazione del farmaco nel sangue risulta più elevata con tobi: 1,6 volte rispetto alla polvere.
Gli autori considerano che l’inalazione di una capsula di tobramicina polvere da 40 mg o di due capsule da 20 mg per la formulazione rivestita oppure 2 capsule da 30 mg per la formulazione non rivestita potrebbe sostituire vantaggiosamente la somministrazione di tobi.
Ovviamente queste promettenti innovazioni tecnologiche debbono attendere la validazione clinica (risultati clinici e non solo di deposizione del farmaco) con studi adeguati su largo numero di pazienti e per periodi protratti di trattamento.
Pilcer G, et al. Pharmacoscintigrafic and pharmacokinetic evaluation of tobramycin DPI formulations in cystic fibrosis patientes. Eur J Pharmac Biopharmac 2008;68:413-421