Buone notizie vengono dai dati di quest’ indagine (1), che è stata pubblicata di recente sul periodico della SIFC (Società Italiana Fibrosi Cistica) e riguarda la situazione lavorativa degli adulti FC italiani. E’stata promossa dalla “Commissione Adulti” esistente all’interno della SIFC. Vi hanno collaborato tutti i Centri e Servizi FC italiani, distribuendo ai malati, presso di loro assistiti e con età maggiore di 18 anni, il questionario elaborato dalla Commissione: dei 1395 questionari distribuiti ne sono stati ritornati per la raccolta e l’elaborazione dei dati 772 (52,46%).
Le domande del questionario indagavano, prima della situazione lavorativa, lo stato civile e il titolo di studio conseguito. Questo è risultato più elevato rispetto alla media nazionale, riportata dai dati ISTAT 2006: nella popolazione generale infatti la quota di persone con qualifica o diploma di scuola secondaria superiore è pari al 31.9% e quella in possesso di titolo universitario è del 9.1%; nella popolazione FC; invece i soggetti diplomati sono oltre il 50% e i laureati tra l’11 e il 17%, secondo le zone d’Italia, con piccole differenze percentuali fra maschi e femmine.
Per quanto riguarda lo stato civile: il 59.4% delle donne è nubile, il 36.6% è coniugata o convivente e fra queste ben il 39,2% ha figli. C’è anche un 3,7% di donne separate o divorziate e fra queste ha figli il 21.4%. Fra i maschi, il 74.9% è celibe, il 24% è coniugato o convivente, con figli nel 30.5% dei casi.
Venendo al lavoro, i dati del questionario dimostrano che la maggioranza dei soggetti con FC è occupata: sono attivi nel mercato del lavoro il 61.3% degli uomini e il 43.5% delle donne (per un totale di 405 soggetti su 722).Vi sono alcune variazioni territoriali nella percentuale di occupati: al Nord sono il 68%, al Centro il 47% e al Sud il 29%. La tipologia lavorativa più frequente è quella di tipo impiegatizio con una percentuale del 35.31% sul totale degli occupati. Però non mancano i malati FC intraprendenti: ben il 15% ha un lavoro autonomo, che consente di conciliare la soddisfazione economica e personale con la flessibilità degli orari e l’auto-organizzazione del lavoro.
Interessante infine il rapporto fra il lavoro e il ricorso alle leggi che prevedono vantaggi per i soggetti portatori di malattie croniche. La maggior parte dei malati (84.6%) che ha risposto al questionario ha chiesto e ottenuto il riconoscimento dell’invalidità civile (prevista qualora la malattia in questione comporti una riduzione delle capacità lavorative non inferiore ad un terzo);
ma solo il 46.42 % ha utilizzato il riconoscimento per ottenere il lavoro ed è stato quindi assunto come invalido civile! E sorprende piacevolmente che ben l’83.51% di quelli che hanno un lavoro è stato assunto a tempo indeterminato.
A commento di questi numeri, meravigliano in particolare i dati riportati di maternità e paternità (il 39% delle donne coniugate o conviventi e il 30% dei maschi coniugati o conviventi). A nostro avviso, questi dati meritano verifica e comunque ragionevole interpretazione da parte di chi ha condotto l’inchiesta (ndr)
1) Monti AM, Fogazza D et all “Indagine conoscitiva sulla situazione lavorativa degli adulti affetti da fibrosi cistica ” Orizzonti FC 2007; 3(1): 23-26, www.sifc.it