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15 Gennaio 2014

Impatto della pubertà sull’incidenza delle riacutizzazioni polmonari in Fibrosi Cistica. Confronto tra maschi e femmine

Dr. Laura Minicucci, Centro Regionale Ligure FC, Ospedale Gaslini, Genova

Qual è il problema

Ruolo degli ormoni femminili nella evoluzione della bronco pneumopatia cronica in Fibrosi Cistica.

Che cosa si sa

Dati epidemiologici, tratti dalla letteratura internazionale, hanno ripetutamente posto il sospetto che le donne con FC pazienti presentino un’evoluzione peggiore della bronco pneumopatia rispetto ai pazienti di sesso maschile. Questo dato è in analogia con quanto succede in patologie respiratorie croniche diverse dalla fibrosi cistica.

Gli ormoni sessuali femminili, poiché riconoscono come uno dei principali organi bersaglio il polmone, possono forse essere determinanti nel peggiorare la prognosi a distanza della malattia, soprattutto al compimento della pubertà quando raggiungono i livelli propri dell’età adulta.

Che cosa aggiunge questo studio

Questo studio (1) ha dimostrato, sulla ampia casistica del Registro di malattia U.S.A., che la frequenza di riacutizzazioni polmonari, sovrapponibile tra i maschi e femmine prima della pubertà, diventa significativamente più alta nelle femmine dopo il compimento della pubertà stessa, pur a parità di altre condizioni di rischio quali un deficitario stato nutrizionale, la presenza di P. aeruginosa in escreato o la comparsa di diabete.

Premesse

Nell’ambito del significativo miglioramento della sopravvivenza complessiva dei pazienti affetti da fibrosi cistica, sembra permanere un relativo svantaggio nella evoluzione della malattia a carico del sesso femminile (“gender gap”). Di fatto, anche se il gender gap pare essersi ridotto negli ultimi anni, nella popolazione FC non è presente a tutt’oggi il vantaggio biologico del sesso femminile proprio della popolazione generale, in cui la sopravvivenza media delle donne è significativamente superiore a quella degli uomini. Tra le possibili cause potenzialmente responsabili di un peggior andamento della malattia nel sesso femminile, l’attenzione è stata posta sul ruolo degli ormoni sessuali femminili, poiché studi recenti sembrano aver dimostrato un ruolo rilevante nell’ aggravare la lesione polmonare in tutte le bronco pneumopatie croniche. In particolare, nella fibrosi cistica, gli ormoni eserciterebbero un effetto negativo sui fattori di protezione infiammatori e immunitari coinvolti. Gli Autori di questo studio hanno voluto indagare se la differenza tra i due sessi nell’andamento della lesione polmonare diventa significativa quando, al raggiungimento della piena maturità sessuale, si configura il pattern ormonale tipico.

Metodo

Sono stati studiati tutti i pazienti tra i 9 e i 19 anni registrati tra il 1 gennaio 1978 e il 31 dicembre 2007 nel Registro U.S.A. di malattia. E’ stato considerato come età di completamento della pubertà, l’età in cui il paziente ha presentato il picco di velocità dell’ incremento staturale (PHV). Per tutti i pazienti sono stati raccolti i dati di base riferiti a età di diagnosi, razza, tipo di mutazione CFTR, test del sudore, stato nutrizionale. E’ stata inoltre considerata la eventuale presenza di insufficienza pancreatica, infezione cronica da P. aeruginosa e diabete. E’ stata definita esacerbazione polmonare il cambiamento della situazione respiratoria tale da richiedere trattamento antibiotico per via endovenosa e/o tale da essere registrato con questa definizione nella scheda di raccolta dati del registro americano.

Risultati

Sono entrati nello studio 4.665 pazienti: 2.444 maschi e 2.221 femmine. Non c’erano differenze significative tra i due gruppi prima della pubertà riguardo all’età alla diagnosi, genotipo, presenza/assenza di sufficienza pancreatica; c’era però maggiore prevalenza di diabete FC e di Pseudomonas nelle femmine. Dopo la pubertà lo stato nutrizionale (simile fra maschi e femmine prima), è apparso significativamente più modesto nelle femmine. PHV è stato raggiunto ad un’età media analoga a quella della popolazione generale, rispettivamente di 13,2 anni nei maschi e 11,2 anni nelle femmine.

I valori di funzionalità respiratoria medi non sono risultati differenti tra i due sessi sia prima che dopo la pubertà, ed anche fino al limite massimo dell’età osservata nello studio (19 anni). Femmine e maschi hanno dimostrato un’uguale incidenza delle riacutizzazioni respiratorie prima della pubertà, ma l’incidenza è risultata significativamente superiore nelle femmine dopo la pubertà stessa (1.17 esacerbazioni per anno nelle donne rispetto a 0.95 per anno nei maschi) .

La differenza nel numero di esacerbazioni tra i due sessi, dopo la pubertà, è rimasta significativa, anche “aggiustando” in termini statistici il peso degli altri fattori di rischio per il peggioramento della situazione polmonare (diabete, insufficiente stato nutrizionale, infezione cronica da P. aeruginosa)

Conclusioni

Questo studio mostra una associazione tra ormoni femminili e maggiore probabilità di presentare riacutizzazioni polmonari nella popolazione degli adolescenti FC presenti nel Registro USA. Come gli Autori stessi sottolineano, queste osservazioni, anche se potenzialmente gravate da possibili errori dovuti al disegno retrospettivo dello studio, sono suffragate dall’elevato numero di pazienti considerati. Altri errori possono essere dovuti alla difficile definizione di “esacerbazione” (anche se qui dovrebbe essere stata abbastanza standardizzata); e taluni ipotizzano una diversa soglia di attenzione ai sintomi e/o aderenza alle prescrizioni e quindi maggior richiesta di terapie nelle femmine rispetto ai maschi. Al di là di ipotesi che non hanno conferme, è pur vero che la diagnosi di “esacerbazione” rientra ancora in un ambito di valutazione “soggettiva”; mentre la valutazione oggettiva per eccellenza (la caduta di FEV1) nello studio risulta simile nei due sessi. Ma l’ipotesi degli autori è che per vedere un’influenza sulla FEV1 del maggior numero di esacerbazioni nelle donne con FC ci sarebbe voluto un arco di osservazione più lungo.

Se in futuro i dati dell’influenza degli ormoni femminili sulla situazione respiratoria FC fossero confermati, sarebbero da cercare nuove modalità di interventi “antiormoni”. In uno studio precedente, per altro anch’esso gravato dal problema di essere stato uno studio retrospettivo, l’uso dei contraccettivi orali non si è dimostrato efficace, e anche questa è una ragione per nuovi studi in un tema importante.

1) Sutton S “Effects of Puberty on Cystic fibrosis Related Pulmonary Exacerbations in Women versus Men” Ped Pulmon 49:28-35 (2014)