Il trattamento dietetico con DHA è stato a più riprese invocato come benefico in FC. E’ noto che in CF vi è uno squilibrio tra acido arachidonico (AA) e acido docosaesaenoico (DHA) con forte prevalenza del primo. L’effetto di tale squilibrio sarebbe quello di facilitare l’infiammazione a vari livelli e in vari organi. La somministrazione di DHA riequilibra il rapporto tra i due acidi.Tuttavia una chiara dimostrazione dell’efficacia terapeutica di DHA non è stata ancora data. Molti degli esperimenti sull’azione del DHA dietetico sono stati condotti su modelli di topi con malattia simile alla CF. E’ il caso di questo nuovo studio che si cimenta con un modello di topo mancante di CFTR in comparazione con un modello di topo con normale CFTR.
Un gruppo di topi CF e non CF di 30 giorni di età riceveva o non riceveva, con assegnazione casuale, una dieta contenente 40 mg di DHA. Questi topi manifestavano in partenza a livello di tutti gli organi alterazioni simili a quelle che si riscontrano nella CF umana. Tutti gli organi dei topi venivano esaminati dopo 7, 30 e 60 giorni di trattamento. Nonostante che a livello plasmatico e cellulare il rapporto AA/DHA migliorasse nei topi CF, nessun effetto terapeutico si osservava a livello di intestino, pancreas e polmoni. Si otteneva invece un forte e significativo effetto curativo sulla malattia epatica che invariabilmente si sviluppava invece nei topi CF non trattati con DHA.
Questo effetto del DHA viene attribuito soprattutto alla riduzione nel grado di infiammazione periportale (cioè intorno ai vasi venosi epatici diramantisi dalla vena porta). La malattia epatica in CF sembra dovuta proprio al sostenuto processo infiammatorio che si osserva a seguito dell’ispessimento del materiale biliare nei canalicoli biliari del fegato.
Quanto questi esperimenti siano trasportabili nell’uomo ancora non ci è dato di sapere, ma questo studio conferma comunque che la supplementazione con DHA può avere un ruolo nel trattamento CF, anche se la sua azione sembra da questo studio limitata al fegato e non ad altri organi, polmone incluso, come altri precedenti studi avevano lasciato intendere. Il pregio di questo studio è di aver utilizzato intelligentemente precedenti esperienze e di aver messo insieme con l’impiego di un notevole rigore metodologico le competenze di ben 9 laboratori in Canada e USA.
Beharry S, et al. Long-term docosahexaenoic acid therapy in a congenic murine model of cystic fibrosis. Am J Physiol Gastrointest Liver Physiol. 2007;292:G839-G848