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15 Ottobre 2014

Il microinfusore per la terapia insulinica

Dr. Laura Minicucci, Centro Regionale Ligure FC, Ospedale Gaslini, Genova; Dr. Nicola Minuto, Centro Regionale Diabetologia, Ospedale Gaslini, Genova

L’uso del microinfusore è una modalità terapeutica alternativa rispetto al tradizionale schema di trattamento del diabete con ripetute iniezioni sottocutanee di insulina. Il microinfusore si compone di due parti: un dispositivo costituito da un piccolo serbatoio di insulina pronta, una piccola pompa a batteria, ed un minicomputer che controlla l’intero sistema (Fig 1); le dimensioni di questo dispositivo sono quelle di un cellulare, che può essere sistemato in un marsupio o una cintura. Quelli di ultima generazione pesano 100 grammi e consentono di governare la terapia insulinica con tre semplici tasti.

L’altra parte del microinfusore è il set di infusione: un sottile catetere terminante con una ago-cannula che viene inserita nel sottocute in genere a livello addominale (Fig 2 e 3). Il catetere e l’agocannula vengono sostituiti autonomamente dal paziente, ogni tre giorni, con una procedura molto semplice. La cannula è scollegabile in qualsiasi momento dal catetere (ad esempio durante l’attività sportiva con contatti fisici o durante attività in acqua).
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Recentemente, sono entrate sul mercato, anche in Italia, le cosiddette patch-pump: sistemi di infusione senza catetere di raccordo, poiché il motore, il serbatoio di insulina e la cannula in teflon sono direttamente attaccati al corpo del paziente con un nastro adesivo, mentre il mini-computer può essere tenuto in tasca e si connette ad essi via onde radio. Anche quando si utilizza un microinfusore di insulina è necessario monitorare i livelli glicemici nel corso della giornata. Per ovviare a questo problema è in corso di studio, inoltre, un sistema integrato che, oltre a somministrare insulina, sia in grado di effettuare anche il controllo glicemico e, sulla base di questa informazione, possa gestire autonomamente le dosi corrette.

Il microinfusore è programmabile in maniera del tutto personale: la somministrazione di insulina può avvenire secondo la modalità basale, cioè una certa quantità di insulina in maniera continuativa nell’arco della giornata; oppure secondo la modalità bolo, cioè una quantità definita (bolo) di volta in volta prima di ogni pasto. Con la modalità basale, programmando la somministrazione di insulina a velocità diverse seconda le fasce orarie della giornata (ad esempio è possibile incrementarla di notte) o le abitudini di vita (è possibile ridurla durante e dopo l’attività sportiva) si ha il vantaggio di riprodurre molto fedelmente la secrezione fisiologica dell’ormone così come avviene normalmente. Ma il beneficio maggiore del microinfusore è ovviamente la significativa riduzione del numero delle iniezioni a cui il paziente deve sottoporsi: la sostituzione dell’agocannula viene in genere fatta solo ogni tre giorni, a fronte delle 4-5 iniezioni giornaliere necessarie nella terapia multi-iniettiva del diabete non FC. Il microinfusore è soprattutto indicato in quei pazienti nei quali la terapia multi-iniettiva non è in grado di correggere adeguatamente il controllo metabolico, e quelli con ipoglicemie inavvertite e/o frequenti oppure complicanze microangiopatiche (a livello dei vasi renali o della retina), insorte precocemente e ad andamento ingravescente. In particolare, sono indicazioni specifiche all’uso del microinfusore: la gravidanza (nel corso della quale le glicemie devono essere sempre perfette!), un importante intervento chirurgico, modalità particolari di nutrizione (sospensione dell’alimentazione per bocca, alimentazione per via parenterale), un diabete presente in epoca neonatale. Sono considerate controindicazioni qualsiasi condizione psico-sociale che non assicuri una adeguata comprensione dell’utilizzo del microinfusore e la volontà da parte del paziente di mantenere segreta la propria condizione di malattia.
In conclusione, se il diabete è un diabete difficile da controllare, il microinfusore può essere assai vantaggioso: è stato dimostrato che migliora l’equilibrio glicemico, in particolare diminuisce gli episodi di ipoglicemia e, spesso, il fabbisogno insulinico. Il diabete FC per lo più non è difficile da tenere sotto controllo: ma in casi selezionati (per esempio quando vi è da tempo necessità di un trattamento molto intenso con iniezioni multiple di insulina, quando nonostante gli sforzi le glicemie hanno escursioni eccessive), il ricorso al microinfusore è da tenere presente. Non ci sono lavori che valutino la soddisfazione dei pazienti FC, ma le esperienze cliniche preliminari dicono che, quando il gioco vale la candela, una volta messo il microinfusore nessuno vuole più tornare indietro.

1. Pickup J. “Continous Subcutaneus Insulin Infusion at a 25 years ” Diabetes Care 2002;25:593-598
2. Luijf YM. “Day and night closed-loop control in adults with type 1 diabetes” Diabetes Care 2013;36:3883-37