La steatosi del fegato è una manifestazione molto comune della malattia epatica FC. Consiste in un accumulo di grassi (trigliceridi in particolare) all’interno delle cellule epatiche. Non si accompagna in genere a un’alterazione del funzionamento dell’organo e non si sa se contribuisca allo sviluppo di una compromissione epatica più severa. Determina per lo più un modesto ingrandimento epatico, senza sintomi d’accompagnamento. Non se ne conoscono bene le cause: l’ipotesi più accreditata è che sia dipendente da uno squilibrio nel profilo dei grassi di cui l’organismo dispone, stante la condizione di malassorbimento intestinale FC. Si diagnostica con l’ecografia o con esami più sofisticati come la risonanza magnetica.
In questo lavoro (1) viene esaminato l’effetto di Lumacaftor/Ivacaftor (Orkambi) sulla steatosi epatica FC. Lo riteniamo interessante perché gli effetti polmonari dei modulatori CFTR sono stati meticolosamente studiati, mentre quelli extrapolmonari non sono stati ben caratterizzati. Ci sono state segnalazioni sporadiche riguardo a benefici a livello del pancreas, sia esocrino – secrezione di enzimi – che endocrino – produzione d’insulina -. Ma nessun studio controllato è finora stato eseguito.
I ricercatori di Cliveland, Ohio-USA hanno incluso nello studio una trentina di soggetti con FC, ridotti poi a 20 per problemi vari, con genotipo F508del/F508del, per lo più giovani adulti. Tutti avevano enzimi epatici e altri indicatori del funzionamento epatico nella norma, la situazione polmonare e nutrizionale mediamente discreta. Metà erano in trattamento con Orkambi almeno da un anno, l’altra metà no. Mediante raffinata tecnica di RNM, si è potuto vedere che nei trattati con Orkambi la “frazione grassa” del tessuto epatico, indicante presenza di steatosi, era nettamente più bassa.
Lo studio permette due considerazioni interessanti, nonostante l’esiguità della casistica. La prima è che esiste un’ampia area di ricerca che riguarda gli effetti dei nuovi farmaci su altri organi interessati dalla malattia, oltre il polmone. Certamente l’effetto principale in grado di modificare il decorso della fibrosi cistica riguarda il polmone; ma la malattia diventerà più vivibile se, oltre ad allungare la durata della vita ne migliorerà anche la qualità, legata spesso anche a complicanze extrapolmonari. Le ricerche in questo campo potranno essere realizzate anche dopo l’entrata in commercio e la prescrivibilità dei nuovi farmaci: sono chiamate, infatti “ricerche post-marketing”. La seconda considerazione entra nel merito di questo specifico studio e suggerisce che, se un modulatore dagli effetti polmonari non brillantissimi, come Lumacaftor/Ivacaftor, sembra mostrare miglioramento della fase iniziale dell’epatopatia FC, c’è da guardare con buone aspettative agli studi che verranno sugli effetti extrapolmonari di altri modulatori più efficaci.
1) Kutney K, Donnola SB, Flask CA et al “Lumacaftor/ivacaftor therapy is associated with reduced hepatic steatosis in cystic fibrosis patients”. J Hepatol. 2019 Dec 27;11(12):761-772. doi: 10.4254/wjh.v11.i12.761.