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17 Aprile 2007

I cortisonici per via inalatoria possono alterare la crescita dei malati FC in età prepubere?

17/04/2007 - G. Borgo

Nonostante l’assenza di una loro documentata efficacia, i cortisonici per via inalatoria sono largamente usati nella cura della FC, allo scopo di agire contro l’eccessiva risposta infiammatoria che accompagna l’infezione polmonare. Ci sono ricerche che indicano come siano prescritti con questa modalità e questo obbiettivo nel 26% dei malati FC americani e in una percentuale variabile fra il 17 e il 41% di quelli europei. C’è in realtà una discrepanza fra l’ampiezza dell’uso, nonostante la mancanza di dati evidenti di utilità, e il rischio di effetti collaterali che essi possono provocare.

In questo studio (1) realizzato in collaborazione fra alcuni Centri FC belgi, 27 malati FC di età compresa fra gli 8 e i 9 anni sono stati divisi in due gruppi , un gruppo (12 ragazzi, 6 maschi e 6 femmine) è stato posto in trattamento con 500 microgrammi di fluticasone per inalazione due volte al giorno, un altro (15 ragazzi, 9 maschi e 6 femmine) con inalazione di un placebo due volte al giorno. Ogni malato veniva sorteggiato per essere assegnato all’uno o all’altro gruppo (si dice assegnazione “random” = casuale) e naturalmente non conosceva la natura del preparato che doveva assumere, così come non la conosceva il medico e il personale che seguivano lo studio. Lo studio (che è definito sul piano metodologico come studio prospettico caso-controllo in doppio cieco) ha avuto la durata di un anno, durante il quale è sta controllata ogni tre mesi la crescita in altezza dei ragazzi, oltre naturalmente alla funzionalità respiratoria.

Riguardo alla funzione respiratoria va detto che tutti i soggetti inclusi nello studio avevano valori complessivamente medio-buoni di FEV1 (il valore minimo di FEV1 per essere inclusi nello studio era di 60% del predetto, il valore medio era di 86% nel gruppo fluticasone e di 91% nel gruppo placebo) e che nessuno aveva un chiaro dato (almeno funzionale) di broncolabilità rispondente al broncodilatatore. Lo studio era mirato a conoscere l’efficacia del cortisone come antinfiammatorio sulla progressione della malattia polmonare. Dopo un anno non sono risultate differenze evidenti nella funzionalità polmonare dei due gruppi, così come non è apparso diverso il numero di esacerbazioni respiratorie. Quella che è risultata diversa è stata la crescita in altezza (simile all’inizio dello studio in entrambi i gruppi): dopo un anno di trattamento è apparsa minore nel gruppo che ha assunto il fluticasone, dove si è verificarto un rallentamento progressivo durante tutto l’anno, che ha portato ad una crescita finale di circa 1, 6 cm in meno rispetto al gruppo che ha assunto il placebo (il gruppo fluticasone, nell’anno in cui è sottoposto al trattamento, è cresciuto in media cm 3.9, il gruppo placebo cm 5.5 ). Di un piccolo sottogruppo di malati ( 8 che avevano assunto il placebo e 7 il fluticasone) è stata valutata la crescita in altezza dopo 1 anno dalla sospensione della terapia con fluticasone e con placebo: si è visto che il rallentamento della crescita nel gruppo fluticasone è persistito anche in quell’anno, infatti è cresciuto in media 3.3 cm rispetto ai 4.1 del gruppo placebo.

Certo, la dose di fluticasone somministrata in questa ricerca era notevolmente elevata: 1000 microgrammi al giorno non sono correntemente usati quando si ricorre al cortisone inalato in FC. Ma gli autori giustificano questa scelta dicendo che l’uso “liberale” dei cortisonici probabilmente espone i malati al rischio che questo sia il dosaggio che essi effettivamente assumono, spesso senza saperlo; e inoltre che la scelta è stata suggerita dalla considerazione che i cortisonici assunti per bocca avevano mostrato la capacità di sortire buoni effetti sul quadro polmonare FC (ma lo studio era stato sospeso per la presenza di effetti collaterali indesiderati) (2) . Di qui l’idea di somministrare una dose sostenuta per via inalatoria: ne risulta però che essa induce una riduzione della crescita in altezza, che per di più tende a persistere nel tempo. Occorre quindi sottoporre ad una severa valutazione di rischio-beneficio i malati FC che sono in trattamento prolungato con cortisonico inalatorio o che sono ritenuti candidati a tale terapia e ricorrere a questa terapia solo in caso di indicazione precisa e dimostrato beneficio.

1) De Boeck Kris et all “Do inhaled corticosteroids impair long-term growth in prepuberal cystic fibrosis patients?”. Eur J Pediatr 2007; 166:23-28

2) Eigen H et all “A multicenter study of alternate day prednisone therapy in patients with cystic fibrosis. Cystic Fibrosis Foundation Prednisone Trial Group”. J Pediatr 1995; 126:515-523