Il trapianto polmonare che avviene dopo attenta procedura per portare il malato al tavolo operatorio nelle circostanze più favorevoli, è detto “trapianto polmonare elettivo”; quello che avviene in condizioni di estrema emergenza, dato che il malato è mantenuto in vita attraverso la ventilazione meccanica, è detto trapianto con “codice d’urgenza” (“Urgency-code mechanical ventilation”, UCMV ). Un’importante Società Scientifica che si occupa di trapianti polmonari, l’International Society of Heart and Lung Transplantation, ha valutato (in base ai dati raccolti attraverso il Registro di cui dispone) che il trapianto con codice d’urgenza per ventilazione meccanica è un trapianto che ha risultati peggiori rispetto a quelli eseguiti dopo procedura elettiva ed è associato ad un maggior rischio di mortalità. Un gruppo di chirurghi spagnoli (1) che opera presso il centro trapianti dell’Università di Cordoba, ha voluto verificare questa affermazione.
Nel periodo 1993-2007, questo centro ha eseguito ben 259 trapianti di polmone. 78 sono stati trapianti di polmone in malati FC. Su 78, 23 sono stati eseguiti in condizioni d’emergenza, dovute alla comparsa di una insufficienza respiratoria acuta che ha richiesto intubazione oro-tracheale e ventilazione meccanica. I rimanenti 55 trapianti sono stati invece “elettivi”, cioè successivi ad una procedura di regolare preparazione e inserimento in lista d’attesa.
In tutti i casi elettivi il trapianto è stato bipolmonare, mentre nei casi in urgenza, oltre a 18 casi di trapianto bipolmonare, ci sono stati 2 trapianti di un solo polmone e 3 trapianti di solo una parte di un polmone. Sempre nei casi in urgenza vi è stata maggior necessità di adattare le dimensioni dei polmoni donati rispetto alle esigenze del ricevente FC. E maggiore è stata la durata del periodo trascorso dal malato in Terapia Intensiva (27 giorni in media rispetto ai 12 dell’altro gruppo); come pure più frequenti gli episodi di polmonite nel primo mese dal trapianto.
Però fra i due gruppi non ci sono differenze significative per quanto riguarda la mortalità nelle prime 24 ore dall’intervento e quella nel periodo a ridosso dell’intervento. E simile è la frequenza di altre complicanze chirurgiche, di episodi acuti di rigetto, di malattia da rigetto cronico (bronchiolite obliterante). Infine, per quanto riguarda il decorso a lungo termine e quindi la percentuale di soggetti che sono in vita a distanza dal trapianto, è vero che vanno meglio i soggetti trapiantati “elettivamente”, ma le differenze non sono grandissime: degli “elettivi” sono vivi ad 1 anno il 75%, a 3 anni il 71%, a 5 anni il 63% e a 10 di nuovo il 63%, rispetto al 73%, il 63%, il 42% e 42% dei trapiantati “in urgenza”.
Secondo questi chirurghi spagnoli dunque, il trapianto FC eseguito in condizioni d’urgenza, perché il malato è tenuto in vita attraverso ventilazione meccanica, è pienamente giustificato e ha risultati che, pur non essendo del tutto uguali, si avvicinano a quelli del trapianto preparato “elettivamente”.
1) Algar FJ, Moreno P et all “Urgency code lung transplantation for cystic fibrosis: experience and results” Transplant Proc 2008 Nov; 40(9): 3067-9