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15 Aprile 2008

Embrioni “ibridi” come possibile fonte di cellule staminali

G. Borgo

Prosegue il dibattito e la ricerca su come ottenere cellule staminali embrionali, considerate preziose perchè più indifferenziate rispetto a quelle derivate da altre fonti, come il cordone ombelicale o il midollo osseo adulto, quindi almeno in teoria più adatte a trasformarsi in qualsiasi tipo di tessuto umano. In questi giorni i media hanno dato risalto alla notizia che l’attuale Ministro della Salute britannico, Caroline Flint, ha varato una legge che consente la creazione, a scopo di ricerca, di embrioni “ibridi”, chiamati anche embrioni-chimera , dal nome dell’animale mitologico composto di parti di animali diversi.

Gli embrioni ibridi inglesi si otterranno in questo modo: saranno utilizzati ovociti di animali (bovini o conigli), che verranno svuotati del loro patrimonio genetico, al posto del quale verrà inserito il nucleo di una cellula umana. Al termine dell’operazione l’embrione sarà al 99,9% umano e allo 0,1% animale (solo il “contorno” della cellula, cioè il citoplasma e la membrana cellulare, sarà animale). Dovrà essere distrutto dopo 14 giorni dalla sua produzione e non potrà essere impiantato in utero. Non nascerà mai dunque nessun individuo mostruoso, metà uomo e metà mucca, e non sarà mai in nessun caso consentita la produzione del “vero ibrido” , che sarebbe quello in cui l’ovulo umano è fertilizzato da sperma animale (con fusione del DNA di due specie diverse) .

Il Ministro della Salute, promuovendo la legge, ha accolto la proposta dell’Autorità britannica per la Fertilizzazione e Embriologia (Human Fertilization Embriology Authority, HFEA), un organismo di consultazione composto da esperti “ad ampio spettro”, dalla medicina alla giurisprudenza alla religione e alla filosofia. L’HFEA è un ente molto serio, che offre credenziali importanti di indipendenza e obbiettività valutativa. Ha fatto sentire la sua influenza anche in passato, per esempio riguardo alle norme che regolano la Diagnosi Genetica Preimpianto.

In questa occasione ha convinto il Ministro della Salute sostenendo che la produzione di embrioni ibridi determinerà una maggiore disponibilità di cellule staminali embrionali. E che questo favorirà il progresso di precisi progetti di ricerca inglesi, che prevedono l’utilizzo di staminali embrionali per la cura di gravi malattie degenerative (come il Parkinson e l’Alzhaimer, per le quali gli studi sono più avanzati presso i laboratori del King’s College di Londra) e di alcune malattie genetiche (diabete e paralisi spinali, di cui si occupa l’Istituto di Genetica Umana dell’Università di Newcastle). La decisione del Ministro della Salute ha tenuto conto delle richieste dell’HFEA, ma anche di un ampio dibattito condotto nella popolazione, che in base ai sondaggi condotti da quotate agenzie di stampa (prima fra tutte quella del “Times”) sembrerebbe essere al 50% favorevole alla nuova legge.

15/04/2008