Questa ricerca non è stata ancora oggetto di una pubblicazione vera e propria, è stata però comunicata recentemente e riportata negli atti della 21a Conferenza Nord-Americana. Ne diamo notizia considerando questi risultati un’anteprima di quelli definitivi che saranno pubblicati e lo facciamo perchè colpiti, come al solito, dalla potenza dei numeri e dei dati che il Registro Americano raccoglie. Scopo dello studio era indagare l’effetto della presenza di Stafilococco aureo meticillino-resistente (MRSA) sull’evoluzione della malattia nei soggetti con colonizzazione cronica da tale germe. E’ stata presa in esame la coorte di malati contenuti nel Registro nel periodo 1995-2005, di questi sono stati selezionati quelli di età maggiore di 6 anni e con diagnosi di FC avvenuta prima dei 45, che avessero nello spazio di due anni prima due culture negative per MRSA e poi almeno due culture positive. Sono stati esclusi quelli con una sola cultura positiva per MRSA perchè considerati come affetti da infezione transitoria da MRSA.
La coorte totale annoverava nel periodo considerato 19.204 malati: di questi, 5.955 hanno presentato nell�escreato MRSA, ma 2.025(34%) lo hanno presentato una sola volta e sono stati esclusi dallo studio; 3.116 lo hanno presentato più volte e sono stati quindi inclusi, per essere seguiti nel tempo. Il valore mediano della durata del follow-up è stato di 10 anni. Il paragone della coorte di malati con colonizzazione cronica da MRSA rispetto alla coorte di quelli che non lo avevano mai presentato in assoluto, ha indicato al momento dell’entrata in studio un�età iniziale più bassa (13.1 anni contro 15.0), ma una funzionalità respiratoria simile (FEV1 % 79.1 contro 78.3% ). A distanza di 5.5 anni, che sono risultati essere il tempo mediano per l’acquisizione per la prima volta di MRSA, la coorte con colonizzazione persitente da MRSA aveva più basso FEV1 (68.1% conto 71.1%) e una frequenza annuale circa doppia per quanto riguarda il numero dei ricoveri e dei cicli di terapia antibiotica per via endovenosa. Però, se l’elaborazione statistica dei dati teneva conto di altri parametri quali il sesso, l�età, lo stato pancreatico, la presenza nell’escreato di Pseudomonas aeruginosa e Burkolderia cenocepacia, l’andamento nel tempo della funzionalità respiratoria risultava del tutto sovrapponibile fra le due coorti.
Le conclusioni, almeno parziali, della ricerca suggerirebbero che circa un terzo dei malati che presentano nell’escreato MRSA lo presentano una sola volta e successivamente non sviluppano colonizzazione persistente da MRSA. Tale colonizzazione sembra verificarsi in un gruppo in cui inizialmente il danno polmonare è più severo, però, se l’analisi statistica tiene conto delle altre variabili cliniche, nel corso del tempo non risulterebbe associata ad un declino più rapido della funzionalità respiratoria.
1) Dasenbroook EC et all : “The effect of persistent MRSA infection on outcomes in CF: an eleven year longitudinal analysis of CFF patient registry” Pediatric Pulmonolgy Supplement 2007; 30: 363, The 21st Annual North American Cystic Fibrosis Conference, Anaheim, California, October 3-6 2007