Da qualche anno alcuni gruppi di ricerca si stanno cimentando in una colossale operazione di setacciamento, denominata “high throughput screening”, di un numero enorme di molecole, tra quelle già pronte o quasi per l’uso terapeutico, per scoprire quelle poche che possono avere una qualche efficacia nel correggere il difetto di base della fibrosi cistica. Il poter usare come farmaci molecole già disponibili ha il vantaggio di accorciare fortemente i tempi di ricerca per mettere a punto farmaci utili alla cura della fibrosi cistica. Tale ricerca comincia a dare i suoi frutti. Attraverso questo procedimento di studio, attuato con tecnologie robotizzate capaci di trattare contemporaneamente moltissimi farmaci, si sono recentemente identificate due classi di farmaci, tra i 50.000 esaminati, capaci di riattivare nelle cellule epiteliali il canale del cloro difettoso a causa di alcune mutazioni CFTR. Entro queste classi, i due farmaci più attivi sulle cellule con mutazione G551D o DF508 si sono rivelati essere la Fenilglicina e la Sulfonamide. Questi farmaci possono agire in sinergia con altri attivatori del canale del cloro e sono capaci di incrementare di almeno 5 volte la funzione difettosa di trasporto del cloro.
I passi successivi saranno quelli di perfezionare la struttura dei farmaci per potenziarne ulteriormente la specifica attività terapeutica, per poi passare ad esperimenti su animali da laboratorio ed infine, se i risultati preclinici di efficacia terapeutica e di sicurezza fossero positivi, ad esperimenti preliminari sull’uomo.
Questo studio è il frutto della collaborazione tra un gruppo di ricerca italiano dell’istituto Gaslini di Genova, guidato dal Dr L. Galietta e finanziato dalla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, ed un gruppo dell’Università di California a San Francisco, diretto dal Dr. A. Verkman.
Pedemonte N et al. Phenylglycine and sulfonamide correctors of defective DF508- and G551D-CFTR chloride channel gating. Molec Pharmacol 2005;Feb.18 (Epub)