Il farmaco Kaftrio, composto da tre modulatori della proteina CFTR (ivacaftor, tezacaftor, elexacaftor), ha dimostrato una efficacia molto significativa nel migliorare le condizioni respiratorie e nutrizionali e la qualità della vita nei soggetti con fibrosi cistica (FC) portatori di almeno una mutazione F508del. Tuttavia, non era ancora stato indagato l’impatto del Kaftrio sul metabolismo degli zuccheri che può essere alterato in fibrosi cistica e progressivamente aggravarsi portando alla comparsa di diabete conclamato (CFRD, Cystic Fibrosis Related Diabetes)
Recentemente è stato pubblicato sul Journal of Cystic Fibrosis un articolo scientifico (questo) volto a indagare l’efficacia della terapia con il Kaftrio sull’alterato metabolismo glucidico (cioè degli zuccheri) in FC, dopo un trattamento di oltre tre mesi con il farmaco e coinvolgendo 33 soggetti con FC adulti con almeno una mutazione F508del. I risultati ottenuti hanno dimostrato una efficacia parziale del farmaco sul controllo della glicemia: in 16 soggetti su 33 si è osservato un miglioramento della condizione glicometabolica che è, invece, peggiorata in 4 su 33 soggetti. Non è stata rilevata alcuna associazione significativa tra la risposta al Kaftrio e la durata del trattamento.
Per confermare il possibile miglioramento dei valori di glicemia a seguito dell’assunzione del Kaftrio sono necessari ulteriori studi, con periodi di osservazione più prolungati, un numero maggiore di pazienti coinvolti e, soprattutto, includendo pazienti di età minore rispetto a quelli arruolati.
Per saperne di più
La condizione di alterato metabolismo degli zuccheri in fibrosi cistica è causata dalla diminuita secrezione di insulina da parte di particolari cellule pancreatiche, deputate al controllo dei valori di glucosio nel sangue. L’alterazione di queste cellule avviene nell’ambito della lesione a carico di tutto il pancreas e insorge in epoca molto precoce, soprattutto nei pazienti con insufficienza pancreatica clinicamente manifesta associata alla necessità di assumere enzimi per digerire gli alimenti. L’alterato metabolismo degli zuccheri ha un impatto negativo sull’evoluzione della malattia di base perché peggiora lo stato nutrizionale e la lesione broncopolmonare, anche aumentando il rischio di infezioni ricorrenti.
È importante quindi verificare se le nuove terapie con i farmaci modulatori della proteina CFTR possono avere un impatto positivo anche in questo ambito.
Dalla letteratura scientifica, si è visto che il Kalydeko (ivacaftor) si è dimostrato efficace nell’aumentare la secrezione insulinica e nel ridurre il numero di persone che arrivano al quadro di CFRD conclamato; lo studio però (questo) aveva coinvolto solo 5 soggetti. Invece, il modulatore Orkambi (ivacaftor, lumacaftor) non aveva dimostrato alcuna efficacia in merito (qui lo studio scientifico).
Questo nuovo studio è il primo volto a esaminare l’efficacia del Kaftrio, il più recente modulatore della proteina CFTR messo a disposizione dei pazienti. Sono stati raccolti i risultati riferiti ai valori glicemici ottenuti nell’ambito di ripetute curve da carico di glucosio (OGTT), eseguite regolarmente per monitorare l’andamento della alterata condizione glicometabolica verso l’eventuale evoluzione a CFRD. Le OGTT considerate sono state eseguite prima e almeno tre mesi dopo l’inizio della terapia con il Kaftrio.
I risultati dello studio
In questo studio sono stati arruolati 33 soggetti con FC di età superiore ai 18 anni (media 27,8 ± 6,3 anni) e portatori di almeno una mutazione F508del. Dopo una media di 184 giorni di terapia con il Kaftrio (range 107-278 giorni), in 16 pazienti è stato dimostrato un miglioramento dei valori glicemici, che sono invece peggiorati in 4 pazienti. Non è stato rilevato un aumento significativo della secrezione insulinica, né è stata dimostrata un’associazione positiva tra la durata del trattamento e i risultati di efficacia ottenuti.
Tutti i pazienti hanno dimostrato un miglioramento dei parametri respiratori e nutrizionali e una diminuzione dei valori del test del sudore.
Conclusioni dello studio
Nei pazienti adulti con almeno una mutazione F508del, il modulatore Kaftrio ha dimostrato una potenziale efficacia nel ridurre l’evoluzione della condizione glicometabolica verso il quadro conclamato di CFRD, anche se i risultati ottenuti dimostrano che l’impatto del modulatore sul metabolismo glucidico è molto meno significativo rispetto a quello dimostrato sulla lesione broncopolmonare e sullo stato nutrizionale. Sono necessari in futuro studi con periodi di osservazione più prolungati e, soprattutto con un disegno della ricerca che preveda l’uso del Kaftrio in pazienti di età minore rispetto a quelli qui arruolati. Solo in età precoce, infatti, è ipotizzabile un intervento significativo a fronte di un danno, come quello del tessuto pancreatico che, come è noto, avviene di solito nei primi anni della storia naturale della fibrosi cistica.