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13 Maggio 2013

Correlazione tra mutazioni CFTR e flora batterica intestinale nei pazienti affetti da fibrosi cistica

Dott. Natalia Cirilli, Centro Regionale Fibrosi Cistica delle Marche, Ancona

In vari ambiti della medicina e per diverse patologie, in particolare quelle intestinali, caratterizzate da uno stato di infiammazione cronica, si sta studiando il ruolo della flora batterica intestinale. Alcuni ricercatori italiani hanno voluto studiare se le mutazioni del gene CFTR possono influenzare la composizione della flora batterica (microbiota intestinale) e di conseguenza il quadro intestinale della fibrosi cistica(1).

36 pazienti di uno stesso centro FC (Centro FC del Policlinico Umberto I -Roma), di età compresa tra 2 e 50 anni (63.8% < 18 anni; 52.7% maschi; 58,3% con insufficienza pancreatica) sono stati classificati secondo due criteri: con il primo criterio sono stati divisi a seconda della presenza/assenza nel genotipo della mutazione DF508 (tre gruppi: omozigoti DF508, eterozigoti DF508 e con entrambe le mutazioni diverse da DF508); con il secondo criterio sono stati distinti in due gruppi: con malattia clinicamente lieve o severa (in base ai dati respiratori e nutrizionali) e presenza di DF508 allo stato omozigote o eterozigote (13.8% omozigoti; 52.7% eterozigoti). Ben sapendo che il microbiota intestinale è fortemente influenzato da terapie antibiotiche, tutti i pazienti arruolati non avevano assunto antibiotici da almeno 2 mesi. Di tutti i pazienti è stato studiato un campione di feci, allo scopo di indagare sia la composizione complessiva del microbiota sia le specie particolari presenti (tipizzazione attraverso tecniche di genetica molecolare).

Questi i risultati: la flora batterica intestinale era significativamente diversa nei tre gruppi classificati omozigoti DF508, eterozigoti DF508 e senza mutazione DF508. I soggetti omozigoti DF508 erano quelli che presentavano una flora batterica più uniforme e simile fra di loro e complessivamente più diversa dagli altri. Queste stesse caratteristiche della flora batterica (elevata uniformità intragruppo e spiccata diversità extragruppo) erano presenti nei soggetti con malattia clinicamente severa DF508 omozigoti o eterozigoti, mentre i soggetti con malattia lieve ed entrambe le mutazioni diverse da DF508 mostravano flora batterica molto differente. Esaminando poi l’intera coorte di pazienti, lo studio delle specie batteriche ha messo in luce la presenza di 16 specie e fra queste 5 risultavano diversamente distribuite. In particolare, E. coli e E. biforme, considerate specie batteriche potenzialmente nocive, erano prevalenti sia nei soggetti DF508 omozigoti che nei soggetti con forma severa, mentre F. prausnitzii, Bifidobacterium e E. limo sum, considerate specie batteriche benefiche, erano prevalenti nei soggetti DF508 eterozigoti e con forma lieve.

La casistica della ricerca è modesta e la classificazione in gruppi diversi fatta su numeri così bassi rischia di togliere solidità ai risultati di un lavoro che è stato svolto con tecniche e misure molto sofisticate sul piano microbiologico. Comunque, l’originalità sta nel tentativo di mettere in correlazione il background genetico – clinico con la flora batterica intestinale. Secondo l’ipotesi degli autori, il difetto genetico di base e in particolare la presenza di mutazioni severe quali DF508 determina nell’intestino FC un ambiente molto particolare, con presenza di muco più denso e viscoso del normale e possibile stato infiammatorio della parete intestinale. Muco denso e mucosa infiammata favoriscono lo sviluppo di specie batteriche potenzialmente nocive come E. coli e E. biforme. La crescita più spiccata di questi batteri è stata dimostrata anche in altre malattie infiammatorie croniche intestinali. Nell’intestino FC si innescherebbe un circolo vizioso di ostruzione-infezione-infiammazione esattamente come avviene nel distretto polmonare. Di qui la concezione della FC come una malattia sistemica in cui gli stessi meccanismi patogenetici regolano la flora batterica sia a livello polmonare che a livello intestinale. Di qui anche la ricerca di nuove terapie per riequilibrare la flora batterica intestinale, con l’ipotesi che questo porti ad un miglioramento delle condizioni cliniche generali.

1. Schippa S, Iebba V, Santangelo F, Gagliardi A, De Biase RV, Stamato A, Bertasi S, Lucarelli M, Conte MP, Quattrucci S. Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator (CFTR) Allelic Variants Relate to Shifts in Faecal Microbiota of Cystic Fibrosis Patients. PLoS One. 2013 Apr 17;8(4):e61176. doi: 10.1371/journal.pone.0061176. Print 2013