Scopo di questa ricerca (1) indagare come sono usati gli antibiotici nella popolazione dei malati FC americani. L’ipotesi degli autori è che vi sia stato negli ultimi vent’anni un netto cambiamento soprattutto riguardo a quelli somministrati per via aerosolica.
Per verificare l’ipotesi sono stati raccolti e analizzati i dati del Registro Americano relativi a 30.833 malati che hanno avuto almeno un controllo presso un centro FC nel periodo Gennaio 1995-Marzo 2005. Un sottogruppo di questi (12.631), caratterizzato accuratamente nel 1995 riguardo ad età, sesso, razza, genotipo e funzionalità respiratoria, è stato paragonato ad un sottogruppo con caratteristiche simili ma con controllo nel periodo 2003-2005. Sono state paragonate le notizie riportate relative all’uso della terapia antibiotica aerosolica nei due sottogruppi, se come “uso cronico” o “per trattamento d’esacerbazione infettiva”.
Nel sottogruppo del 1995 viene seguito il trend dell’uso dell’antibiotico per aerosol fino al 2002. Lo stesso è fatto per il sottogruppo del 2003-2005. Ne risulta che dal 1996 al 2002 la prevalenza dell’uso cronico di tobramicina per aerosol aumenta dal 12% al 32%; aumenta anche nel periodo 2003-2005: passa dal 45% al 50%. Per la colistina l’aumento va dal 4% al 7% dal 1996 al 2002 e dall’8% al 9% dal 2003 al 2005. Invece cala progressivamente l’uso dell’antibiotico per aerosol, qualsiasi tipo di antibiotico, come terapia dell’esacerbazione infettiva acuta.
Le ragioni di questa tendenza, secondo i ricercatori, sono più di una: negli anni 90 sono stati prodotti dispositivi più efficienti per la terapia aerosolica; nel 1998 è stata messa sul mercato una nuova formulazione della tobramicina appositamente per uso aerosolico (TOBI); e nel complesso c’è stato da parte di coloro che curano la FC un cambiamento di atteggiamento: le misure terapeutiche sono diventate più intensive, realizzate per prevenire oltre che rallentare i sintomi della malattia respiratoria FC.
Nel 2005 l’uso cronico dell’antibiotico per aerosol risulta diffuso nel 62.3% delle femmine e nel 59.2% dei maschi. E’ più usato se i malati hanno più di 13 anni, infezione cronica da Pseudomonas e FEV1 inferiore a 70%. Però, e questo è un dato singolare e poco spiegabile, sul quale non vengono forniti commenti, è usato in maniera abbastanza comune anche da quelli che hanno meno di 13 anni, senza Pseudomonas nell’escreato e con FEV1 superiore al 70%. La tobramicina è di gran lunga l’antibiotico più usato (50%). Segue con molta minor frequenza la colistina (9%) .
Sempre nel 2005 i batteri isolati sono Stafilococco aureo nel 63% dei casi e Pseudomonas nel 54.6% . Questo Pseudomonas è del tipo più aggressivo (mucoide) nel 36.7% dei casi ed è riportato come multiresistente nel 6.8% dei casi.
I ricercatori s’interrogano sulla possibilità di una relazione temporale fra l’aumento dell’uso cronico dell’antibiotico per aerosol e l’emergenza di batteri multiresistenti. Il quesito è importante anche alla luce del fatto che nei prossimi anni saranno messi in commercio altri antibiotici per via aerosolica (aztreonam, ciprofloxacin). E non vi è ancora molta certezza su quale sia la maniera più efficace di somministrarli (in combinazione oppure a rotazione un mese uno un mese un altro?) al fine di rendere massima l’efficacia antibatterica e minima la possibilità di insorgenza di resistenze.
1) Moskowitz SM et all “Shifting patterns of inhaled antibiotic use in cystic fibrosis”
Pediatric Pulmonology 2008 PMID 18668689