La pancreatite cronica, una condizione infiammatoria del pancreas, può avere cause diverse. Le più comuni sono l’abuso cronico di alcool o una malattia biliare. Ma una gran parte di casi di pancreatite cronica non riconosce una causa specifica ed in questi casi si parla di “pancreatite cronica idiopatica”
Negli ultimi anni, grazie allo sviluppo delle conoscenze e delle tecniche diagnostiche di genetica molecolare, si sono fatti numerosi studi basati sulla ricerca di mutazioni di alcuni geni in gruppi di pazienti con pancreatite cronica idiopatica. Tra questi geni si è trovato una incidenza particolare di mutazioni del gene CFTR. A parte i rari casi in cui la pancreatite si accompagna ad altri sintomi peculiari della fibrosi cistica, nella maggior parte dei casi di pancreatite con mutazioni CFTR questa rimane l’unica manifestazione di malattia. Si è così fatto rientrare la pancreatite cronica nelle forme “atipiche di fibrosi cistica”. Negli studi sinora condotti con l’analisi di un pannel di mutazioni conosciute si è trovato talora la presenza di due mutazioni, di cui almeno una del tipo definito “mild” (lieve), ma in prevalenza una sola mutazione. Si è in genere ipotizzato che in realtà in questi casi poteva essere presente anche una seconda mutazione rara che non si era in grado ancora di riconoscere, sulla base della convinzione tradizionalmente consolidata che i portatori di una singola mutazione non hanno sintomi di malattia.
Merita segnalare due studi del 2005, in cui due gruppi di pazienti pancreatitici sono stati testati con “sequenziamento” (analisi pezzo per pezzo del DNA genico) dell’intera regione codificante del gene CFTR. Questo metodo di indagine molto sofisticato è in grado di riconoscere quasi tutte le possibili mutazioni del gene CFTR, anche quelle più rare e precedentemente sconosciute. L’interesse di questi due studi, discutibili per la verità nell’interpretazione dei risultati, consiste nella documentazione che i portatori “sani” di una mutazione CFTR possono avere un maggior rischio di incorrere in pancreatite cronica rispetto ai non portatori.
Il primo studio1 ha preso in esame 67 pazienti confrontandoli con 60 controlli sani. Nei pazienti è stato trovato un numero doppio di mutazioni CFTR (o meglio di varianti CFTR) rispetto ai controlli. Solo in 4 pazienti vi era combinazione di due mutazioni, mentre in altri 9 pazienti vi era una sola mutazione CFTR. In 8 altri pazienti era presente allo stato eterozigote una mutazione di un altro gene (SPINK1) che può predisporre a pancreatite.
Il secondo studio2 ha preso in esame 52 pazienti con pancreatite cronica idiopatica, individuando tra essi 3 soggetti con doppia mutazione e 12 soggetti con una sola mutazione (portatori). Le mutazioni individuate erano in prevalenza mutazioni “mild” e rare.
Questi due studi dicono in sostanza che i portatori di una sola mutazione CFTR potrebbero avere un rischio aumentato di contrarre pancreatite cronica. Una tale conclusione è tuttavia discutibile e forse non corretta, in quanto lo studio non è partito da un’ampia popolazione di portatori per valutare quanto incide in essi la pancreatite rispetto ad una popolazione di non portatori, ma è partito da malati e da controlli (nel primo studio) valutando quanto incidono le mutazioni CFTR in questa patologia.
Si ritiene anche di poter avanzare l’ipotesi che in questi portatori di una mutazione CFTR in realtà giochino altri fattori genetici (una mutazione di altro gene in combinazione) o vari fattori ambientali. Per cui ci pare un po’ azzardato concludere genericamente che i portatori di una singola mutazione CFTR siano più predisposti di altri a pancreatite cronica. Perlomeno questo è un problema ancora aperto.
1) Weiss FU, et al. Complete cystic fibrosis transmembrane conductance regulator gene sequencing in patients with idiopathic chronic pancreatitis and controls. Gut 2005;54:1456-1460
2) Cohn JA, et al. Increased risk of idiopathic chrnic pancreatitis in cystic fibrosis carriers. Human Mutation 2005;26:303-307