FFC#2/2024

Studio sulla sicurezza di Kaftrio in gravidanza e in giovane età

AREA 1 Terapie e approcci innovativi per correggere il difetto di base, genetica

FFC#2/2024

Comprendere, in modelli sperimentali, l’effetto dell’accumulo dei lipidi diidroceramidi sullo sviluppo del sistema nervoso e sulla salute dei giovani con FC
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€ 208.425 finanziamento totale

Responsabile

Lucilla Nobbio (Clinica Neurologica – Laboratorio di Neuropatologia, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Genova)

Partner

Andrea Armirotti (Analytical Chemistry Facility, Istituto italiano di tecnologia, Genova)

Ricercatori coinvolti

6

Categoria/e

AREA 1 Terapie e approcci innovativi per correggere il difetto di base, genetica

Durata

3 anni

Finanziamento totale

€ 208.425

Adozione raggiunta

€ 208.425

OBIETTIVI

ETI (elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor, o Kaftrio) è una combinazione di farmaci che ha notevolmente migliorato l’aspettativa e la qualità della vita di molte persone con fibrosi cistica (FC). Dopo studi sulla sicurezza del farmaco, la statunitense FDA ha recentemente approvato l’uso di Kaftrio nei bambini dai 2 ai 6 anni. Nonostante sia un farmaco generalmente ben tollerato, sono comunque stati segnalati alcuni effetti collaterali.
Inoltre, grazie al suo innegabile successo, sempre più donne con FC pianificano una gravidanza e il numero di bambini nati da madri sottoposte a ETI è in aumento. Tuttavia, i dati sulla sicurezza di ETI durante la gravidanza, sebbene generalmente rassicuranti, si riferiscono solo a pochi casi.
Da studi precedenti (FFC#1/2021 e FFC#1/2023) si è visto che ETI ha, come effetto indiretto, l’accumulo nelle cellule di specifici lipidi (molecole di grasso), chiamati diidroceramidi (dHCer). Sebbene un aumento dei dHCer può essere utile per l’efficace recupero della proteina CFTR, è importante monitorare che un eccessivo accumulo non si traduca in potenziali effetti negativi sulla salute dei giovani con FC. È noto, infatti, che un importante accumulo di dHCer ha un impatto su alcuni aspetti chiave dello sviluppo del sistema nervoso. Questo progetto è specificamente mirato a escludere questo potenziale problema di sicurezza: in particolare, conducendo studi in vivo su un modello animale, i ricercatori si propongono di comprendere se l’esposizione a Kaftrio durante la gravidanza, l’allattamento al seno e nel periodo dello sviluppo possa portare nel feto/neonato e nei giovani con FC a un accumulo di queste molecole di grasso nei tessuti.
Le informazioni raccolte, indipendentemente dal risultato (se ETI provoca o meno l’accumulo di diidroceramidi e alterazioni nello sviluppo del sistema nervoso), saranno utili per migliorare le opzioni terapeutiche per le madri e i giovani con FC. Infine, il piano sperimentale fornirà anche gli strumenti per monitorare, nel sangue, biomarcatori molecolari legati all’accumulo di dHCer che potrebbero essere usati come strumenti per mettere a punto e continuare il trattamento stesso.

CHI HA ADOTTATO IL PROGETTO

Delegazione FFC Ricerca Miriam Colombo Ospedaletti – Imperia

€ 15.000

Delegazione FFC Ricerca di Genova “Mamme per la ricerca”

€ 100.000

Delegazione FFC Ricerca di Rovigo

€ 20.000

Delegazione FFC Ricerca di Milano

€ 40.000

Delegazione FFC Ricerca di Catania Paternò

€ 33.425

Delegazione FFC Ricerca di Rovigo

€ 20.000

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