Madre e figlia, tra resistenza al dolore fisico e dell’animo e struggente passione per la vita, trafitta da una malattia, la fibrosi cistica, che si è presa tutto, ma non
Non avrebbe potuto chiamarsi altrimenti Aurora, con quell’incarnato diafano, i gesti lievi, lo sguardo celeste e l’aura crepuscolare, che accende le cose intorno di una luce carezzevole. Diresti di averla
Eravamo rimasti che mi avrebbe aspettato al capolinea. Quando arrivo non c’è altri ad attendere. «Tu devi essere Federico» dico. Si toglie gli occhiali per stringermi la mano. È esile
Il risveglio, il nuovo respiro, l'altruismo di chi gli ha donato un futuro.
Non ha sbagliato una curva, nonostante il rombo cupo della neve e il vento gelido a sospingerlo. Non si è voltato, non è caduto e la valanga è precipitata altrove.