Valeria Lusztig, 45 anni a settembre, è nata con la fibrosi cistica e nel 2017 ha affrontato un trapianto bipolmonare. È lei stessa a raccontare la genesi del progetto e il perché del nome: «Guardami adesso è volutamente arrogante: sa di rivalsa, di riscatto. Sa di una testa che finalmente si alza, per poter respirare, per aver fiato di rispondere a quella domanda: cosa ti è successo? In quel titolo c’è il peso di tutti gli sguardi che ho finto di ignorare, affrontato, sopportato, quando tossivo, respiravo a fatica, e per farlo, giravo con uno stroller, una bombola di ossigeno portatile piuttosto ingombrante e rumorosa. In quel “guardami adesso” c’è, fortissimo: guarda da dove arrivo. Guarda che la battaglia più importante, in certi giorni, è stata andare dal letto al bagno, e non solo la conquista di una vetta che oggi mi permetto di provare».
Il programma infatti prevede che tra il 2 e il 4 agosto (dopo un adeguato acclimatamento e meteo permettendo) venga raggiunta la cima del Gran Paradiso, compiendo 2.250 metri di dislivello da Pravieux (1.834 m) fino alla cima a 4.061 m. Valeria non sarà sola in questa impresa: ci ha lavorato con una donna, Ilaria Pietropaolo, che nel suo percorso di vita ha dovuto attraversare un altro abisso profondo e problemi (anche) respiratori, prima di poter emergere e risalire, letteralmente, fino al Monte Bianco. Ilaria, di cui i media si sono occupati in passato, ha affrontato l’ascesa del Re delle Alpi a seguito dell’infausto esito di una rara sindrome che colpisce le gravidanze gemellari: non solo perse le piccole Alice e Federica, ma un attacco cardiaco la costrinse ad essere trasferita in un altro ospedale per uscire dalla rianimazione solo giorni dopo. Mentre respirava con la maschera per la ventilazione e lentamente si riprendeva, pensava solo a “Se esco viva da qui voglio andare in montagna… voglio rivedere la neve che dona bellezza ad ogni cosa sopra la quale si posa e respirare senza questo maledetto aggeggio!”. Quando Valeria lesse la storia, si mise in contatto con Ilaria e nacque un progetto e una grande amicizia.
In quanto trapiantata FC, Valeria ha ricevuto il via libera dai medici che la seguono e farà un adeguato acclimatamento graduale in quota. Proprio per maggiore sicurezza e perché la montagna va sempre affrontata con la giusta preparazione e gli esperti, ci sarà con loro, in qualità di guida alpina, Anna Torretta, alpinista e scrittrice.
Racconta Valeria: «Sono passata dall’affanno polmonare continuo, anche da ferma, senza tregua, a voler cercare un affanno per espanderli sempre e sempre di più, questi polmoni. Non miei. Ma che sono, ad oggi, la parte più preziosa che ho. Li custodisco da due anni e mezzo, li ho trattenuti con tutte le mie forze anche al presentarsi improvviso di un rigetto acuto, nel settembre 2018. Ancora ossigeno, quindi, a 12 litri al minuto, ancora Niv, Cpap, e varia strumentazione che rendesse ancora possibile una respirazione, e ancora impossibilità di camminare, e boli di cortisone da 7 grammi. Ma sono qui».
La “finestra trapianto” è come viene definito quella frazione di tempo in cui il paziente non sta più così bene da farcela coi propri organi, ma nemmeno così male da non superare l’intervento. È in quella finestra che bisogna tentare una rinascita. «Oggi la mia finestra – dichiara Valeria – mi permette di sognare. E io sogno. Il panorama è spettacolare e io lo dipingo negli occhi, per fare scorta in vista di tempi peggiori».
Al trapianto l’ha portata la fibrosi cistica. «Alla voglia di arrivare in vetta, all’amore, a mia figlia, all’amicizia e a tutto quello che nella vita credo conti qualcosa, invece, mi ha portato una forza che tutti abbiamo. E che a tutti, prima o poi, tocca dimostrare».
Tante storie s’intrecciano con “Guardami adesso”, ma in particolare un pensiero d’amicizia e affetto va a Marco Menegus. Non solo per il comune amore per la montagna, ma anche per il vissuto di trapianto, e soprattutto perché ha rappresentato un incontro umano indelebile.
Per seguire gli sviluppi e restare aggiornati è possibile seguire la pagina Facebook di “Guardami adesso”. Inoltre, è attiva la raccolta fondi su Facebook “Guardami adesso – Un progetto di (RI)SALITA” a sostegno di FFC, perché la ricerca ha bisogno di continuare ad andare avanti, come Valeria e Ilaria, un passo dopo l’altro. Con una piccola donazione, è possibile camminare accanto a Valeria ed FFC e cambiare il futuro di tanti malati che aspettano una cura.
Il progetto è promosso anche grazie alla Delegazione FFC di Genova guidata da Sandra Garau.
Le date dell’impresa potranno subire variazioni a causa delle condizioni meteorologiche e su consiglio della guida alpina.