Quale è la percentuale di affidabilità della villocentesi in gravidanza per escludere la fibrosi cistica nel feto in una coppia a rischio (entrambi portatori sani mutazione deltaf508)?
L’affidabilità di una diagnosi prenatale per fibrosi cistica, eseguita con test genetico molecolare e prelievo di villo coriale, dipende da una serie di fattori e condizioni. Raggiunti determinati fattori (l’identificazione delle mutazioni di cui i genitori sono portatori è uno di questi) e soddisfatte determinate condizioni, l’accuratezza della diagnosi al termine dell’intera procedura è la massima raggiungibile: 99%.
Per quanto riguarda le condizioni generali va detto che è importante fare riferimento ad un Centro o Servizio “affidabile”, in cui vi sia buona esperienza degli ostetrici per la parte del prelievo del villo e loro consuetudine di collaborazione (protocolli condivisi per le modalità di prelievo) con il laboratorio che esegue l’analisi genetica.
E’ essenziale che questo laboratorio a sua volta sia esperto nel campo dei test genetici per FC.
A questo proposito segnaliamo che nel corso del tempo sono state realizzate importanti iniziative in campo scientifico sia internazionale (“Evaluation of CFTR gene mutation testing methods in 136 diagnostic laboratories: report of a large external quality assessment”.Eur.J.Hum.Genet,1998,6,165-175) che nazionale (Clin. Chem. Lab. Med,2004,42,915) volte al controllo di qualità dei laboratori che eseguono test genetici FC. Queste hanno sicuramente contribuito a migliorare i protocolli diagnostici dei laboratori che vi hanno partecipato e vi partecipano tuttora.
In vista di una diagnosi prenatale l’ideale è che il laboratorio abbia a disposizione ancora prima della data prevista per la villocentesi i campioni di sangue della coppia (ed eventualmente del figlio malato): viene eseguita quella parte fondamentale dell’analisi che è chiamata studio dell’informatività familiare. Serve ad identificare le mutazioni FC (nel caso della coppia che pone la domanda la mutazione DF508) e a riconoscere, attraverso indagini collaterali (uso di diversi e appositi “marcatori” genetici) altre caratteristiche del DNA dei cromosomi paterni e materni. Questo è molto importante per evitare, al momento dell’esecuzione del test sul villo, errori dovuti alla “contaminazione” del DNA fetale da parte di DNA materno o DNA estraneo. In altre parole serve ad attribuire al feto quello che è del feto e a fare diagnosi su questo.
Può succedere che la mutazione FC presente in uno o addirittura in entrambi i genitori non sia identificabile, nonostante si faccia ricorso ai più avanzati livelli di analisi genetica (“Modelli di analisi genetica per fibrosi cistica” sigu.univr.it).
Se è disponibile il DNA del figlio malato una eventuale diagnosi prenatale è possibile lo stesso (si cercano i “polimorfismi” ovvero altri frammenti di DNA che accompagnano la presenza del gene FC), ma l’accuratezza del risultato è inferiore. Sarà competenza e responsabilità di chi lo fornisce indicare in questo caso il grado di accuratezza raggiungibile (ad esempio 98%) e specificarne i motivi.