Esiste un riferimento normativo per chiedere al dirigente scolastico di una scuola statale, l’utilizzo esclusivo di un bagno scolastico per un alunno con fibrosi trapiantato?
Grazie mille
Le “problematiche temporanee” di un alunno possono essere valutate dalla Dirigenza Scolastica all’interno della normativa sui BES, ovvero quei Bisogni Educativi Speciali che possono insorgere temporaneamente durante la frequenza scolastica di un alunno e che, se adeguatamente affrontati, possono essere gestiti, garantendo allo studente il diritto all’istruzione, alla socializzazione e alla frequenza scolastica.
La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012, infatti, afferma che “ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici e sociali rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”.
Va da sé che un deficit momentaneo, seppur non legato direttamente all’apprendimento, qualora non supportato adeguatamente, può influire sulla frequenza scolastica e, di conseguenza, sul rendimento.
La scuola potrà quindi valutare la richiesta dei genitori, se questa sarà adeguatamente presentata e supportata da una specifica certificazione medica rilasciata dalla struttura sanitaria che ha in carico il paziente/alunno (nel caso specifico il centro trapianti presso il quale il bambino è stato sottoposto a trapianto e dove tutt’oggi è seguito). Il centro trapianti, o se chiamato a esprimersi sull’argomento anche il centro di cura per la fibrosi cistica, sulla base della specifica situazione può prevedere di rilasciare alla famiglia una nota circa le sopraggiunte necessità legate a uno specifico bisogno, sicuramente temporaneo, indicando se vi sono particolari necessità provvisorie alle quali la scuola è chiamata a rispondere per il tempo necessario, mettendo in campo tutte le risorse disponibili o attivandone di nuove in risposta al bisogno espresso.
Nel caso di specie si può ipotizzare, sentita la scuola o meglio ancora il Consiglio di Classe, che si attivi l’intervento ritenuto più adeguato, ovvero venga individuato, se necessario e disponibile, un bagno dell’edificio a uso esclusivo del richiedente o, se ciò fosse impossibile, un bagno tra quelli di solito riservati a insegnanti/dirigente o altro personale presente nell’edificio.
Negli alunni con fibrosi cistica i bisogni speciali possono essere ricondotti a: la necessità di uscire spesso dall’aula per le difficoltà di digestione e di malassorbimento dei cibi, la necessità di assumere farmaci in orario scolastico o enzimi pancreatici a ogni pasto, il recupero delle lezioni perse a causa di ricoveri e malattia o le video lezioni, l’attivazione della scuola a domicilio, il prevedere possibili deroghe sul monte ore assenze, stilare il piano didattico personalizzato (PDP) e infine riconoscere, se ritenuto necessario e in particolari momenti dell’anno, una circoscritta elasticità sugli orari di entrata a causa delle terapie che i pazienti con fibrosi cistica eseguono sin dal mattino. Maggiori approfondimenti alla pagina www.fibrosicistica.it/cosa_facciamo/fibrosi-cistica-scuola/