Buongiorno. Volevo capire l’attenzione che devo porre a questo problema. La mia bimba di quasi 5 mesi, che ha la fibrosi cistica, ha un nonno, mio padre, e una nonna, la mamma di mio marito, fumatori. Mio padre è un fumatore incallito che però non fuma in casa e, da quando abbiamo saputo che la piccola ha la FC, si tiene abbastanza lontano ma è difficile che non si avvicini a lei ogni tanto. Attualmente noi abitiamo momentaneamente con i miei genitori, quindi la convivenza 24 ore su 24 porta comunque a contatti tra mio padre e la piccola. Lui sta abbastanza attento, soprattutto nel lavarsi le mani dopo aver fumato, ma a volte la puzza di fumo si sente comunque. Inoltre ha una tosse catarrosa perenne e capita che la faccia nella stessa stanza in cui sta la piccola anche se distante. Mia suocera fuma di meno e non ha tosse. Inoltre in questo periodo non la stiamo vedendo per via del lockdown. Volevo sapere, anche in vista delle feste di Natale, come è meglio che ci comportiamo in questi casi e quanto incida il contatto con un fumatore nella progressione della malattia.
Vi è ormai una letteratura abbastanza convincente sull’influenza che può avere sulla funzione respiratoria delle persone con fibrosi cistica il fumo di tabacco assunto direttamente (un buon numero di malati FC ancor oggi affronta, anche se transitoriamente o limitatamente, l’esperienza del fumo) o indirettamente, quando il malato FC frequenta o vive in ambienti con presenza di fumatori: può contribuire a ridurre in media del 8-10% la funzionalità respiratoria (FEV1%) a confronto con soggetti FC che vivono in ambienti privi di fumo (1, 2). Vi è correlazione negativa tra i livelli di cotinina (metabolita della nicotina) e i valori di FEV1 nei soggetti FC in uno studio che ha affrontato questo problema in quasi un centinaio di malati adulti (2). Merita segnalare che è stata riscontrata una disfunzione acquisita della proteina CFTR, quella che assicura adeguata idratazione delle secrezioni bronchiali, in soggetti non FC adulti grandi fumatori, alcuni con bronchite cronica ostruttiva (3).
Naturalmente, noi pensiamo che vi sia grande variabilità di risposta al fumo da soggetto a soggetto, anche in dipendenza da alcuni fattori genetici, come sembrerebbe dimostrare uno studio di 12 anni fa, che non ha ancora avuto conferma (3). Tale variabilità dipende ovviamente anche dall’entità di esposizione al fumo, sulla quale conviene, ed è possibile, intervenire.
1) J Michael Collaco 1 , Lori Vanscoy, Lindsay Bremer, et Al. Interactions between secondhand smoke and genes that affect cystic fibrosis lung disease. JAMA. 2008 Jan 30;299(4):417-24.
2) Juan Antonio Ortega-García,1 María Trinidad López-Fernández, et Al. Smoking prevention and cessation programme in Cystic Fibrosis: integrating an environmental health approach. J Cyst Fibros. 2012 Jan; 11(1): 34–39
3) Krittika Teerapuncharoen, M.D., M.S.P.H.,1 J. Michael Wells, M.D., M.S.P.H.,1 S. Vamsee Raju, Ph.D., et Al
Acquired Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator Dysfunction and Radiographic Bronchiectasis in Current and Former Smokers: A Cross-Sectional Study. Ann Am Thorac Soc. 2019 Jan; 16(1): 150–153.