Buongiorno, sono un paziente affetto da fibrosi cistica e, come conseguenza dei miei studi universitari, avrei intenzione di andare a lavorare negli USA (nello specifico, California). Vorrei capire la fattibilità di tale trasferimento riguardo la gestione dei controlli clinici a cui devo sottopormi periodicamente, l’eventuale necessità di ricoveri e il rifornimento di medicine (gratuito in Italia) per proseguire le cure. Cosa è possibile fare per programmare al meglio questo trasferimento, sia burocraticamente che economicamente?
Ho già letto su questo sito il caso del Canada, ma credo che i due paesi siano abbastanza diversi dal punto di vista burocratico, quindi non so se quanto letto possa essere applicato agli USA.
Il nostro interlocutore aggiunge una nota: sono laureato in ingegneria informatica, quindi un lavoro di “Software Engineering” è il più probabile. In ogni caso, un’azienda del settore tecnologico/informatico. Alcune aziende offrono assicurazioni sanitarie e benefit per disabilità, ma chiaramente non ci sono dettagli circa le malattie pregresse.
Quando una persona si trasferisce stabilmente in uno stato estero per motivi di lavoro o di ricerca di esso, nel caso specifico gli Stati Uniti d’America, è necessario attivarsi già dall’Italia per vedersi garantiti i diritti alle prestazioni sanitarie, evitando brutte sorprese.
Premesso che è sempre e comunque necessario attivare un’assicurazione privata che possa anticipare e coprire le spese sanitarie per possibili accessi a strutture ospedaliere o per l’acquisto di farmaci, è bene dire che molte compagnie non sono disponibili ad assicurare persone con patologia preesistente, e se lo fanno richiedono il pagamento di un premio molto alto, più alto rispetto alle persone che godono di buona salute.
È bene quindi stipulare una polizza assicurativa con solide compagnie prima della partenza dall’Italia o nel periodo immediatamente successivo all’arrivo negli USA.
Se il motivo del viaggio è oltretutto la ricerca di un lavoro, è importante sapere che non è prevista alcuna forma di tutela ed è esclusa anche la copertura delle prestazioni di pronto soccorso, quindi è assolutamente necessario provvedere – prima della partenza – alla stipula di una assicurazione sanitaria privata.
Se invece il motivo del viaggio è un lavoro nel paese estero, è importante distinguere se si tratta di committenza italiana o di committenza estera. Spesso le aziende estere, nel dare lavoro, offrono un’assicurazione sanitaria USA per tutti i dipendenti, che in genere inizia 1-3 mesi dopo l’assunzione e può poi essere estesa alla moglie e ai figli, anche a particolari condizioni. Nel caso della committenza italiana, l’assistenza può essere riconosciuta in forma indiretta, ovvero anticipando le spese sostenute e chiedendo il rimborso all’Italia (tramite l’Ambasciata o il Consolato italiani all’estero territorialmente competenti al Ministero della Salute presso Ministero degli Esteri).
Le seguenti compagnie di assicurazioni sono consigliate dal Consolato Generale d’Italia a Los Angeles: Europe Assistance, Mondial Assistance, Ami assistance; la Globy Rosso risulta invece essere una compagnia che copre totalmente le spese di cura in USA e Canada, senza franchigia e con copertura delle malattie preesistenti.
In questa pagina si possono invece vedere alcuni provider, tra i più grandi e diffusi a livello nazionale, delle assicurazioni sanitarie USA più note.
Una copertura sanitaria non pubblica, ma universalmente accessibile grazie a una piazza virtuale in cui contrattare sul libero mercato la propria assicurazione al prezzo più vantaggioso, senza più discriminazioni per chi soffre di patologie pregresse, può essere trovata visitando il sito www.healthcare.gov.
Prima della partenza è importante recarsi presso la propria Azienda Sanitaria Locale (ASL) e richiedere l’attestato ex art. 15 del D.P.R. 31 luglio 1980, n. 618; sarà la stessa ASL a rilasciare a vista l’attestato, previa presentazione della documentazione indicata sul sito del Ministero della Salute nell’area dedicata “Se parto per”.
È bene sempre portare con sé una relazione del Centro di Cura italiano che segue il paziente, tradotta in lingua inglese, che contenga le informazioni generali sul paziente, il piano terapeutico nonché l’elenco dei farmaci che egli assume. Si consiglia di partire con una scorta di farmaci necessaria per il primo periodo del viaggio e accompagnare tale scorta con un certificato (tradotto) del Centro di cura che ne descriva la necessità e il dosaggio, che devono corrispondere al periodo di permanenza. Per i farmaci, è sempre bene far indicare nel certificato il nome del principio attivo e non il nome del farmaco, che all’estero può essere diverso.
Infine, prima di partire è bene informarsi su dove sono collocati, nel paese prescelto, gli ospedali che al loro interno ospitano centri per la fibrosi cistica.
In California, nello specifico:
– University of California San Diego –Thornton La Jolla, CA 92037. Phone: (858) 657-7073T. Type: Adult. Director: Douglas J. Conrad, M.D.
– University of California at San Francisco – San Francisco, CA 94143. Phone: (415) 353-2961. Type: Adult. Director: Mary Ellen Kleinhenz, M.D
Inoltre, si può contattare l’associazione che nel Paese presenta sedi in diversi stati:
– Cystic Fibrosis Foundation, 4929 Wilshire Blvd #760. Los Angeles, CA 90010 Stati Uniti
– Cystic Fibrosis Foundation, 455 Market Street Shopping Center 455 Market St. San Francisco, CA 94105, Stati Uniti”
Per la ricerca di tutti i centri di cura FC negli USA consultare la pagina dedicata nel sito della Cystic Fibrosis Foundation.