Il mio bambino di dodici anni vive da sette con una tracheostomia, in seguito agli esiti dell’embolizzazione di un aneurisma. Ancora in rianimazione, a due mesi dall’intervento, ha contratto Pseudomonas e Stafilococco aureo. Il nostro pneumologo ritiene che un ciclo terapeutico con tobramicina (tobi) potrebbe eliminare per sempre -o almeno per tempi lunghi- la Pseudomonas e sollevarci così da episodi ricorrenti di infezioni a carico dei bronchi, dal momento che i polmoni del mio bambino sono sani e, pur in condizioni di obbligata ventilazione notturna, funzionano regolarmente e liberamente durante il giorno. Quando però il medico ci prospettò l’uso del tobi ci disse anche -così ricordiamo, io e mio marito- che il suddetto farmaco poteva avere effetti collaterali negativi a carico del sistema uditivo, fino addirittura alla compromissione della facoltà uditiva. Questo avvertimento ci fece decidere di non avviare alcuna terapia. Qualche tempo dopo però, riparlandone con lo stesso medico, venne fuori che non esistono affatto gli effetti collaterali che ho indicato a carico dell’uso di tobi e che probabilmente avevamo, noi genitori, capito male.
Oggi, prima di iniziare un ciclo di cure con il suddetto farmaco, vorremmo essere rassicurati a tale proposito: il tobi presenta o meno effetti collaterali negativi?
Vivi ringraziamenti per la Vostra attenzione.
Tobi è il nome di una particolare formulazione per aerosol dell’antibiotico Tobramicina. Questo farmaco è stato largamente impiegato sia per via parenterale che per aerosol per controllare l’infezione broncopolmonare cronica da Pseudomonas aeruginosa in fibrosi cistica e la grande esperienza finora fatta con la preparazione aerosolica riguarda appunto i pazienti con tale malattia. Tuttavia l’aerosol di tobramicina è stato impiegato con relativo successo, seppure sporadicamente, anche nel trattamento di infezioni respiratorie in malattie diverse dalla fibrosi cistica. Citiamo ad esempio il caso di malati intubati e ventilati meccanicamente che avevano contratto infezione broncopolmonare da Pseudomonas di origine ospedaliera (1) o malati non fibrocistici affetti da bronchiettasie (2). Il vantaggio della somministrazione di tobramicina per via aerosolica è quello di poter concentrare il farmaco a livello broncopolmonare riducendo al minimo le concentrazioni del farmaco nel sangue e quindi in organi e tessuti diversi dai polmoni, annullando praticamente i possibili effetti collaterali legati a tali concentrazioni. La tobramicina somministrata per via venosa o intramuscolare, specie se impiegata a dosaggi elevati e per tempi prolungati può dare in alcuni casi effetti indesiderati a livello dell’orecchio interno e dei reni. Le larghe sperimentazioni condotte con tobramicina per aerosol escludono sia gli effetti renali che quelli sull’apparato uditivo (3). La somministrazione aerosolica di tobi in qualche raro caso può dare un certo broncospasmo, peraltro reversibile o prevenibile con una pre-somministrazione di un broncodilatatore.
1. Le Conte P, et al. Administration of tobramycin aerosols in patients with nosocomial pneumonia: a preliminary study. Presse Med. 2000;29:76-8
2. Drobnic ME, et al. Inhaled tobramycin in non-cystic fibrosis patients with bronchiectasis and chronic bronchial infection with Pseudomonas aeruginosa. Ann Pharmacother. 2005;39:39-44
3. Cheer SM, et al. Inhaled tbramycin (TOBI): a review of its use in the management of Pseudomonas aeruginosa infections in patients with cystic fibrosis. Drug.s 2003;63:2501-20.