Salve. Dal secondo screening neonatale di mio figlio è risultato valore alto di tripsina ed è stato fatto l’esame genetico per 68 mutazioni, che ha dato come risultato “portatore sano della mutazione 621+3A”. Io e mio marito abbiamo effettuato il test genetico in una struttura privata di un’altra regione italiana e ci sono state analizzate altre diverse mutazioni e i risultati sono tutte e due negativi. Mi chiedo su che base questi centri privati effettuano i test genetici su alcune mutazioni piuttosto che su altre. Perché su 139 mutazioni analizzate su noi genitori non c’era proprio la 621+3A di cui mio figlio è portatore sano? È possibile che varino a seconda del luogo geografico? Grazie per la vostra risposta.
Supponiamo che 621+3A indichi la mutazione 621+3A->G, mutazione che effettivamente non è compresa nel test basato sulla ricerca di 139 mutazioni CFTR, un test per il portatore FC molto usato da vari laboratori privati italiani.
Sì, è possibile che il pannello di mutazioni del gene CFTR adottato dal centro screening FC di una regione sia diverso da quello di un’altra e non c’è uniformità a livello nazionale sul numero e tipo di mutazioni indagate. La scelta fatta dal centro screening può essere influenzata da vari fattori, compreso quello della conoscenza di particolari mutazioni FC diffuse in quella regione. Ci sono alcune mutazioni che hanno una particolare frequenza su base regionale, ad esempio la mutazione R1162X in Veneto, la T3381 in Sardegna. La mutazione 621+3A->G è mutazione abbastanza rara, segnalata per la prima volta da ricercatori greci (1) e di cui il database CFTR2.org riporta solo 10 casi. Non sappiamo dire per quali ragioni rientri fra quelle indagate nello screening per malattia FC della regione in cui è nato il bambino della domanda. A questo punto i genitori del bambino, per sapere chi di loro due è portatore, devono tornare in un laboratorio di genetica e chiedere specificatamente la ricerca di 621+3A->G. La cosa è importante anche per informare i parenti diretti del ramo familiare del genitore che risulta portatore sulla necessità di fare richiesta di un test genetico comprendente 621+3A->G, se vogliono sapere se a loro volta sono portatori. Per altre informazioni su quest’argomento invitiamo a leggere il documento Il test per il portatore sano di fibrosi cistica.
L’osservazione di utilità generale che la vicenda personale ci propone è la seguente: non è né facile né semplice arrivare ad avere su scala nazionale un test genetico FC che assommi le caratteristiche ideali di un test di screening cioè massima sensibilità (=capacità di identificare il massimo numero di portatori e di malati), massima velocità di esecuzione da parte dei laboratori, minimo costo. La ricerca però si sta muovendo in questo senso. Ci sono nuove tecniche di genetica molecolare, chiamate NGS (Next Generation Sequencing), che permettono di sequenziare l’intero gene, invece che cercare pannelli più o meno ampi di mutazioni. Il sequenziamento permette di conoscere tutti i frammenti del DNA genico che rappresentano delle variazioni rispetto alla sequenza comune e quindi identificare il massimo numero di mutazioni. Con le tecniche precedenti il sequenziamento era un procedimento molto lungo e quindi molto costoso. Ora è possibile accorciare e automatizzare alcuni passaggi, cosa indubbiamente vantaggiosa. Nello stesso tempo, con alcuni accorgimenti tecnici si può diminuire il problema opposto che il sequenziamento tradizionale causava, e cioè la segnalazione di varianti di sequenza per lo più prive di significato, ma fonti di dubbio sia nella diagnosi di malattia che in quella di portatore. Nei prossimi anni dunque ci aspettiamo decisivi progressi in questo campo.
1) Tzetis M, Efthymiadou A, Doudounakis S, Kanavakis E. Qualitative and quantitative analysis of mRNA associated with four putative splicing mutations (621+3A–>G, 2751+2T–>A, 296+1G–>C, 1717-9T–>C-D565G) and one nonsense mutation (E822X) in the CFTR gene. Hum Genet. 2001 Dec;109(6):592-601.