Se a un paziente con problemi respiratori si alza l’anidride carbonica, che sintomi ci si debbono aspettare?
L’anidride carbonica (CO2) è un gas che viene prodotto nell’organismo a seguito dei processi metabolici che ne assicurano il funzionamento complessivo. E’ una specie di gas di scarico, il cui eccesso deve essere eliminato. Ciò avviene normalmente attraverso la respirazione: ad ogni atto respiratorio gli alveoli polmonari fanno entrare l’ossigeno dell’aria nel sangue e restituiscono all’aria l’anidride carbonica in eccesso. Quando la funzione respiratoria è compromessa da uno stato di malattia polmonare, i polmoni non riescono ad eliminare tutta l’anidride carbonica che dovrebbero eliminare: si parla di “insufficienza respiratoria”. Così, la concentrazione del gas nel sangue aumenta e si instaura una condizione detta di “ipercapnia” (o insufficienza respiratoria ipercapnica). I sintomi che ne derivano dipendono da quanto aumenta la CO2 nel sangue, ma anche da quanto sia in causa un fatto acuto (esempio, una bronchiolite grave o una polmonite diffusa) oppure una condizione cronica. Nel caso di evento acuto, anche modeste elevazioni del gas nel sangue determinano sintomi : sopore, mal di testa, mancanza di forze. Nel caso di un fatto cronico, come nella malattia polmonare cronica della fibrosi cistica, l’ipercapnia si ha negli stadi molto avanzati della malattia: in genere le piccole elevazioni di CO2 nel sangue non danno sintomi particolari, perché vi è un graduale adattamento dell’organismo a questa condizione. Quando i livelli di CO2 sono molto elevati si può avere sopore e senso di stordimento, profonda astenia, mal di testa, estremità molto calde. Livelli di CO2 elevatissimi possono portare, oltre che ad uno stato di incoscienza (narcosi), a depressione del centro respiratorio cerebrale fino all’arresto del respiro.