Salve, vi chiedo se è ipotizzabile l’utilizzo non continuativo di Pulmozyme ovvero effettuato a cicli brevi o solo all’occorrenza di un periodo più “infiammato”. O se ciò non è auspicabile e da adottare esclusivamente l’utilizzo continuativo. Premesso che sul foglietto illustrativo si raccomanda ciò (utilizzo continuo), in quanto in caso di interruzione c’è il rischio di peggioramento delle condizioni di salute. Grazie, cordiali saluti.
Il pulmozyme è un farmaco per uso inalatorio a base di DNAsi (o Dornasi alfa), un enzima che rompe le fibre di DNA liberate dai leucociti neutrofili che muoiono entro le vie aeree nel processo di infiammazione broncopolmonare cronica. Queste fibre sono particolarmente abbondanti quando lo sputo ha caratteristiche purulente e sono responsabili, assieme ad altre fibre dello sputo (soprattutto di actina), per giunta costituzionalmente disidratato in FC, dell’alta viscosità dei secreti bronchiali tipica di questa malattia. Parecchi studi clinici hanno dimostrato l’effetto benefico sulla funzionalità polmonare del pulmozyme somministrato per aerosol nella broncopneumopatia cronica della fibrosi cistica.
In genere viene prescritto come trattamento continuativo, anche combinato con altre terapie aerosoliche. Limitarlo al trattamento di episodi di esacerbazione (periodi “più infiammati”) significherebbe non sfruttare la proprietà del farmaco di prevenire eventualmente tali episodi, favorendo una migliore scorrevolezza delle secrezioni bronchiali e pertanto una migliore detersione abituale delle vie aeree in associazione con la fisioterapia. Del resto, anche fuori dalle esacerbazioni vi è forte presenza di neutrofili nelle vie aeree FC, e quindi di fibre di DNA, quando vi sia infezione/infiammazione cronica.