La mia bimba di 22 mesi e’ nata con ileo da meconio, trattenuta nel reparto di neonatologia per 3 mesi, dove è stata in una prima operazione stomizzata e in una seconda richiusa. In seguito ha avuto altre 3 ospedalizzazioni, di cui l’ultima per un’ulteriore occlusione lo scorso maggio (quindi rioperata). La bambina e’ fortemente attaccata alle figure genitoriali, dalle quali si sente protetta! Cerco piano piano di lasciarla gradualmente con i nonni, ma la bimba non percepisce il distacco con tranquillità, anche se quando viene distratta si calma (ma ogni tanto chiede di me). E’ difficile capire la linea da adottare, se spingere di più verso l’autonomia oppure cercare di andare lentamente e seguire i tempi della bimba. Grazie mille dell’ascolto.
La storia di questa bambina è caratterizzata sicuramente da traumi emotivi precoci: l’intervento chirurgico, l’ospedalizzazione alla nascita, e le successive fino al nuovo intervento chirurgico. A ciò si aggiunge, sotto forma di trauma fisico ma ancora anche emotivo, il dolore che le pratiche mediche hanno prodotto.
Queste esperienze precoci possono lasciare nel bambino una certa sensibilità e anticipazione di paure che condizionano la sua capacità di elaborare il distacco dalle figure di riferimento. In questo senso la storia di questa bambina deve essere considerata attentamente, quali che siano le scelte che si decide di percorrere per accompagnarla nel suo sviluppo psicoaffettivo. Non dobbiamo però pensare che i traumi precoci siano responsabili totali dello sviluppo di personalità del bambino ed anzi, ogni bambino diversamente li elabora e può, nonostante essi, sviluppare una buona capacità di svincolo e autonomia.
Quando i bambini, attraverso comportamenti specifici ci comunicano la fatica del distacco dalle figure genitoriali, dobbiamo sempre considerare che essi hanno bisogno di un maggior tempo di elaborazione emotiva per sviluppare la propria autonomia, ed è linea psicologica tendenziale quella di non forzare totalmente ma fare passaggi attraverso tentativi successivi. Nel caso descritto, inoltre, la bambina è ancora nel secondo anno di vita, per cui un attaccamento forte alla mamma non deve essere considerato inadeguato. Comunque, il fatto che, lasciata con i nonni, dopo un primo momento riesca a calmarsi ci dice che sta camminando verso una graduale capacità di distacco.
In sintesi quindi, data la storia della bambina ma anche della sua struttura, è giusto esporla in modo graduale, ma non sporadico alla emozione che si lega al distacco dalla figura materna, magari sempre con iniziali tempi minimi, lasciandole i suoi oggetti della casa che ha condiviso con la mamma, o anche oggetti stessi della mamma.
Nei casi di bambini che abbiano un livello verbale già formato può aiutare anche che la mamma parli con lei a proposito di ciò che faranno o che farà con la nonna.