Buongiorno. Ho cercato nella sezione per ottenere informazioni ma, complice anche la mia ignoranza in materia, non ho individuata una risposta soddisfacente. Se fosse possibile avere un suggerimento ve ne sarei grato. Mio padre ha 75 anni. Da bimbo, fino ai 30-35 anni, ha sofferto d’asma. Usa tuttora prodotti quali Ventolin o affini ma non ha più avuti attacchi significativi. In linea generale, però, patisce alle vie respiratorie; frequenti, infatti, sono influenze con il protrarsi della tosse, per lo più catarrosa. Di recente ha fatto un esame batterioscopico ed è emersa la presenza di Pseudomonas aeruginosa. Gli è stata prescritta la Ciprofloxacina ma non ne è venuto a capo. Ad oggi si può adottare una qualche altra soluzione farmacologica? Vi ringrazio.
Sembra di capire che il genitore della domanda, di 75 anni, soffra di una bronchite cronica ostruttiva (COPD) o qualcosa di simile. Benchè non sembra venga sollevato il dubbio diagnostico di fibrosi cistica, la questione posta è la presenza di Pseudomonas aeruginosa nell’escreato e il suo trattamento. È vero che questo batterio è frequentemente presente nelle vie respiratorie delle persone con fibrosi cistica, ma non raramente si ritrova anche in quelle di persone con altre patologie broncopolmonari croniche. La ciprofloxacina, così come altri antibiotici chinolonici della stessa famiglia, sono quasi gli unici somministrabili per bocca contro questo batterio. Si tratta però di essere certi che l’antibiogramma fatto sulla coltura di Pseudomonas isolato dall’escreato abbia identificato la sensibilità del batterio a questo tipo di antibiotico. Lo stesso antibiogramma può suggerire eventualmente antibiotici alternativi che siano risultati attivi su quel batterio.
Non ci sembra appropriato elencare gli antibiotici alternativi possibili, perché solo l’antibiogramma li può indicare. Talvolta, sono attivi solo antibiotici somministrabili per via endovenosa, cui si ricorre peraltro quando l’infezione respiratoria è importante e Ps. aeruginosa sia persistente in ripetute colture di escreato. Talvolta, come avviene per i malati di fibrosi cistica, si può ricorrere all’impiego protratto di antibiotici per via aerosolica (tobramicina in particolare).
Ma il da farsi in casi come questi dipende esclusivamente dal medico che conosce bene il paziente e con il quale medico conviene aprire un rapporto colloquiale produttivo, anche sulla base delle poche nozioni qui esposte, tanto più che una situazione cronica come quella descritta sappiamo che non ha solo nell’antibiotico la soluzione terapeutica determinante.