Salve, come qualche mese fa sono qui a porvi un altro quesito.
Il nostro primo figlio è affetto da fibrosi cistica atipica per mutazioni G85E/L997F. Sappiamo bene che un secondo figlio avrebbe 1 probabilità su 4 di avere le stesse mutazioni, se cosi fosse vale la stessa regola del distanziamento personale tra persone affette da fibrosi cistica classica?
Cioè potrebbero rappresentare un pericolo reciproco di trasmissione di eventuali batteri nocivi per le loro condizioni? Come bisognerebbe comportarsi?
Come sempre vi ringrazio anticipatamente e cordialmente vi saluto.
Le persone affette da fibrosi cistica presentano una colonizzazione cronica delle vie aeree da parte di germi (P. aeruginosa soprattutto) che, di regola, non sono dannosi per chi non ha la malattia ma che possono avere un impatto negativo sull’evoluzione del problema polmonare per chi, invece, ne è affetto.
Su questa base, sono state pubblicate delle linee guida, riconosciute e applicate a livello internazionale, che hanno lo scopo di limitare più possibile l’acquisizione dei germi maggiormente potenzialmente nocivi.
Tra le indicazioni raccolte, grossa importanza viene data alla necessità di limitare la possibile trasmissione dei germi da paziente a paziente, chiamata cross infection, soprattutto nell’ambito delle strutture sanitarie ma anche a livello extra-ospedaliero.
In particolare, nell’ambiente domestico viene consigliato a due soggetti FC conviventi nello stesso domicilio di non condividere posate, spazzolini, apparecchi per aerosol-terapia, spazi e tempi dedicati alla fisioterapia e, qualora fosse possibile, la stessa stanza per dormire. Ovviamente queste misure, soprattutto se riferite a bambini, devono essere gestite con misura e con grande attenzione al rapporto costo/beneficio per evitare la comparsa di problemi comportamentali e psicologici, potenzialmente più nocivi della eventuale comparsa nelle vie aeree dei germi indesiderati.
Quanto riferito vale teoricamente per tutti i soggetti affetti da fibrosi cistica, anche se, come per tutti gli aspetti della malattia, la preoccupazione per le possibili conseguenze associate a cross infection può essere minore nei soggetti affetti da fibrosi cistica atipica.