Buongiorno, sono la mamma di una bambina di 11 anni con FC completa.
Dal maggio di quest’anno assume Kalydeco, il farmaco le ha levato totalmente la tosse e l’ha riportata a una fev 1 di 117.
Detto ciò però ho alcune perplessità: la bambina ha preso 4 kg, partendo già da una situazione nutrizionale più che ottima e nel frattempo pare (ma di ciò non ne sono certissima dato che è stato un anno particolare, pieno di emozioni e difficoltà) che abbia sviluppato una forma di irrequietezza non indifferente, sbalzi di umore e a volte sentimenti di depressione. Mi chiedevo se il Kalydeco potesse sballare ormonalmente (dato anche l’aumento di peso), oppure dare disturbi del tono dell’umore. Grazie.
Anzitutto si ribadisce che quesiti con componente clinica molto specifica andrebbero diretti ai medici che hanno regolarmente in cura i pazienti, che meglio conoscono il singolo caso, il suo decorso e i farmaci abitualmente in uso.
Ad ogni buon conto, proviamo a rispondere almeno sugli elementi più generali del quesito, partendo dalle scarne notizie a disposizione (per es. non conosciamo il genotipo della giovane paziente, e pur parlando la madre di “FC completa”, non sappiamo ad esempio le caratteristiche della verosimilmente presente insufficienza pancreatica esocrina, come la dose di estratto pancreatico attualmente in uso lascerebbe intendere).
I problemi segnalati sono due: incremento di peso e variazioni del tono dell’umore.
Incremento ponderale. La maggior parte degli studi e l’esperienza clinica sul campo hanno evidenziato il notevole miglioramento dello stato di nutrizione della maggior parte dei pazienti trattati. Questo effetto, di solito considerato favorevole, viene fatto dipendere da più fattori: globale miglioramento dello stato generale con incremento dell’appetito; ampio uso di cibi ricchi di grassi per favorire l’assorbimento dell’ivacaftor; ridotto numero di esacerbazioni polmonari e quindi “migliore uso” delle calorie introdotte; migliorata efficienza dell’apparato digerente, mediato da molteplici fattori (miglioramento della qualità della flora batterica intestinale, riduzione della infiammazione mucosale dell’intestino, variabile miglioramento della funzione pancreatica esocrina). Non sono descritti effetti sul sistema endocrino.
Di conseguenza, se vi è un aumento ponderale che venga considerato eccessivo dai medici del centro di cura, sicuramente un incremento di attività fisica e un consiglio nutrizionale mirato permetteranno di gestire tale situazione.
Referenze bibliografiche
– Ooi CY, Syed SA, Rossi L, Garg M, Needham B, Avolio J, Young K, Surette MG, Gonska T. Impact of CFTR modulation with Ivacaftor on Gut Microbiota and Intestinal Inflammation. Sci Rep. 2018 Dec 13;8(1):17834. doi: 10.1038/s41598-018-36364-6. PMID: 30546102; PMCID: PMC6292911.
– Munce D, Lim M, Akong K. Persistent Recovery of Pancreatic Function in Patients with Cystic Fibrosis after Ivacaftor. Pediatr Pulmonol. 2020 Sep 10. doi: 10.1002/ppul.25065. Epub ahead of print. PMID: 32910556.
Variazioni del tono dell’umore. Anzitutto questa definizione andrebbe confermata da test psicologici mirati, in relazione all’età, per confermarne la presenza o meno, al di là delle osservazioni del genitore. Per quanto riguarda una relazione fra modulatori di CFTR e psiche, vi sono alcuni dati analizzabili. Gli studi in fase di sperimentazione e registrazione di ivacaftor non hanno mostrato effetti psicologici significativi. Uno studio in parte di laboratorio, in parte su modello animale e in parte osservazionale su pazienti, evidenzia possibili proprietà ansiolitiche e antidepressive di ivacaftor. Viceversa, sono stati anche pubblicati delle serie di casi dove l’uso del modulatore lumacaftor/ivacaftor è stato messo in possibile correlazione con degli eventi di ansia e depressione, sia come sintomi nuovi sia come peggioramento di sintomi pre-esistenti. Il possibile nesso con modifiche del profilo psicologico di pazienti trattati con modulatori di CFTR è, in definitiva, un aspetto da considerare nel tempo, per quanto finora la percentuale di questi fenomeni nei pazienti trattati è davvero minima. Nel caso specifico il problema andrebbe quindi valutato con sistemi psico-diagnostici validati e discusso con il team di cura del centro, per provare a comprendere da un lato l’entità del problema e dall’altro la sua eventuale relazione col trattamento in atto con ivacaftor.
Referenze bibliografiche
– Schneider EK, McQuade RM, Carbone VC, Reyes-Ortega F, Wilson JW, Button B, Saito A, Poole DP, Hoyer D, Li J, Velkov T. The potentially beneficial central nervous system activity profile of ivacaftor and its metabolites. ERJ Open Res. 2018 Mar 13;4(1):00127-2017. doi: 10.1183/23120541.00127-2017. Erratum in: ERJ Open Res. 2018 Dec 21;4(4): PMID: 29560360; PMCID: PMC5850045.
– McKinzie CJ, Goralski JL, Noah TL, Retsch-Bogart GZ, Prieur MB. Worsening anxiety and depression after initiation of lumacaftor/ivacaftor combination therapy in adolescent females with cystic fibrosis. J Cyst Fibros. 2017 Jul;16(4):525-527. doi: 10.1016/j.jcf.2017.05.008. Epub 2017 Jun 8. PMID: 28602538.
– Talwalkar JS, Koff JL, Lee HB, Britto CJ, Mulenos AM, Georgiopoulos AM. Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator Modulators: Implications for the Management of Depression and Anxiety in Cystic Fibrosis. Psychosomatics. 2017 Jul-Aug;58(4):343-354. doi: 10.1016/j.psym.2017.04.001. Epub 2017 Apr 5. PMID: 28576305.