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15 Marzo 2008

Omeopatia e fibrosi cistica

Autore: Antonio
Domanda

Salve, ho due figli con fibrosi cistica e mi è stato consigliato, oltre alle cure che stiamo facendo, di portarli da un medico omeopata per curarli anche con l’omeopatia. Può la medicina omeopatica essere di aiuto in qualche modo? Vorrei un vostro consiglio. Grazie

Risposta

L’omeopatia è una disciplina terapeutica che nacque per merito del tedesco Samuel Hahneman nel secolo 18°. I cultori della disciplina sostengono che una persona malata possa essere trattata con l’uso di sostanze che possono produrre in una persona sana sintomi simili a quelli della malattia che si vuole curare (“Similia similibus curantur”). Queste sostanze vengono somministrate estremamente diluite, migliaia e migliaia (talora milioni) di volte. Secondo gli omeopati, le diluizioni ripetute della sostanza interessata, con agitazione (da loro chiamata “succussione” o “potentizzazione”) dopo ogni diluizione, rimuoverebbe gli effetti tossici del “rimedio” (così è chiamato il principio curativo), mentre le qualità terapeutiche del rimedio stesso verrebbero trattenute dal diluente (acqua, zucchero o alcool). Il prodotto finale è spesso così diluito che è materialmente indistinguibile dall’acqua pura o zucchero o alcool. Gli omeopati selezionano i trattamenti sulla base di una consultazione che esplora lo stato fisico e psicologico del paziente, che sono entrambi considerati importanti per la scelta del rimedio.

La convinzione che il trattamento omeopatico debba la sua efficacia al di là del suo effetto placebo purtroppo non è supportata da studi scientifici e clinici. I pur numerosi studi condotti peccano di qualità metodologica. L’idea che sta sotto alla pratica omeopatica è diametralmente opposta rispetto alle moderne conoscenze farmacologiche. La mancanza di evidenze scientifiche e la contraddizione rispetto ai principi scientifici hanno fatto concludere, nell’ambito della medicina ufficiale, che la medicina omeopatica è nel migliore dei casi una placebo-terapia, ciarlataneria o puro empirismo nel peggiore dei casi (1,2). I rimedi omeopatici sono considerati in genere non dannosi, con rare eccezioni dovute eventualmente a sofisticazioni commerciali, ma gli omeopati vengono criticati perchè possono mettere a rischio i pazienti nel caso che li consigliassero di evitare la medicina convenzionale.

Il ricorso all’omeopatia tende a crescere negli ultimi anni ed, assieme all’impiego di fitomedicinali (rimedi ricavati dalle erbe), interessa anche una certa parte delle persone con fibrosi cistica (3). Bisogna dire che le indagini fatte testimoniano che il ricorso alla “medicina alternativa e complementare” è motivato non dalla rinuncia alla medicina convenzionale ma come integrazione a questa, specie nelle condizioni di significativa gravità. Si veda anche la risposta alla domanda del 14.03.08 (Ribes nigrum: proprietà antinfiammatorie?).

Non conosciamo peraltro studi scientifici relativi alla pratica omeopatica nella fibrosi cistica, solo qualche riferimento in siti web di divulgazione o di sollecitazione commerciale.

Si ripropone anche per l’omeopatia il concetto espresso in quella risposta: che conta molto la fiducia con cui si affronta una disciplina curativa, qualunque essa sia, una volta appurato che quella disciplina non sia dannosa e non ci sia il rischio di essere vittime di una speculazione, talora anche parecchio costosa.

 

1. Ernst E, Pittler MH (1998). “Efficacy of homeopathic arnica: a systematic review of placebo-controlled clinical trials”. Archives of surgery (Chicago, Ill. : 1960) 133 (11): 1187-90. 

2. National Science Board (April 2002) Science and Engineering Indicators, Chapter 7, “Science and Technology: Public Attitudes and Public Understanding” – “Science Fiction and Pseudoscience” (Arlington, Virginia: National Science Foundation Directorate for Social, Behavioral and Economic Sciences)

3. Samdup DZ et al. The use of complementary and alternative medicine in children with chronic medical conditions. Am J Phys Med Rehabil. 2006;85:842-6

G.M.


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