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24 Giugno 2013

Nuovi antibiotici, resistenze batteriche e MRSA

Autore: Luca
Domanda

Buongiorno, ci è stato detto che sono ormai una quindicina d’anni che non escono nuovi antibiotici. Volevo sapere se questo va a loro favore, nel senso che i batteri hanno tutto il tempo di organizzarsi e diventare sempre più resistenti. Inoltre vorrei sapere se ci sono allo studio nuovi antibiotici e in media quanto tempo bisogna aspettare prima che siano disponibili, soprattutto per chi è colonizzato da MRSA. Grazie, Luca

Risposta

La domanda ripropone la problematica dello sviluppo e dell’uso di nuovi antibiotici per il trattamento delle infezioni polmonari in pazienti affetti da FC. L’argomento è di interesse anche per pazienti non fibrocistici affetti da malattie infettive a eziologia batterica. Effettivamente solo poche classi di nuovi antibiotici sono state introdotte nella pratica clinica dal 1980 a oggi. La mancanza di investimenti per la ricerca in questa area critica è legata a vari fattori che possono essere così sintetizzati:

– molti antibiotici sono ancora dotati di efficacia

– in genere (FC a parte) la durata del trattamento antibiotico è breve e ciò limita la possibilità di guadagni da parte dell’industria

– le regole richieste dalle Agenzie Regolatorie pubbliche prima dell’immissione in commercio di un farmaco sono molto severe

– spesso si assiste a una rapida comparsa di meccanismi di resistenza al farmaco; in particolare la sintesi di nuovi antibiotici appare problematica per i molteplici meccanismi di resistenza messi in atto da alcune specie batteriche tipiche della FC (ad esempio i Gram negativi come P. aeruginosa o altri).

Per i motivi sopra elencati solo un numero limitato di nuovi antibiotici efficaci per via sistemica è oggi in fase di studio. Si attendono novità dalla ricerca (è sempre difficile precisare i tempi) in settori che probabilmente non riguardano esclusivamente la FC e in questo periodo di attesa si rende necessario ottimizzare l’uso degli antibiotici oggi a disposizione.

Nonostante questo, la problematica legata al recente incremento di frequenza di infezioni da MRSA (Stafilococco aureo meticillino-resistente) in campo extra-FC ha già spinto l’industria alla sintesi di nuovi ed efficaci antibiotici. Negli ultimi anni ben 3 molecole (linezolid, quinopristin-dalfopristin e daptomicina), attive nei confronti di MRSA sono state approvate per l’uso. Di queste, per vari motivi, quella che può essere maggiormente usata in FC è linezolid.

La linea di sviluppo degli antibiotici tuttavia non sempre significa sintesi “ex novo” di sostanze attive. Il fatto che nella FC le infezioni batteriche abbiano come bersaglio il polmone consente oggi di utilizzare formulazioni di antibiotici adattate all’uso per via inalatoria. Non si tratta quindi di farmaci nuovi in senso assoluto, quanto di un uso di agenti antimicrobici, già conosciuti da tempo, attraverso vie particolari. L’uso di queste formulazioni e la definizione di strategie particolari di somministrazione non sembrano complessivamente meno importanti rispetto alla sintesi di nuove molecole. L’esempio più noto è quello dell’uso della tobramicina per via inalatoria in pazienti con infezione cronica da P. aeruginosa. La formulazione di questo farmaco (e successivamente anche di altri farmaci con attività antibatterica similare nei confronti di P.aeruginosa) in una soluzione adatta alla somministrazione per via inalatoria ha cambiato in modo radicale le modalità di approccio al pazienti fibrocistici. E’ ben noto che la sopravvivenza dei pazienti affetti da FC è oggi molto incrementata grazie al miglioramento complessivo della qualità delle cure. Fra i molteplici fattori che hanno determinato il miglioramento della sopravvivenza e della qualità della vita, gli antibiotici hanno giocato un ruolo fondamentale. Ogni introduzione nella pratica clinica di nuovi antibiotici (o nuove strategie d’uso degli antibiotici) è stato associato ad un incremento della sopravvivenza anche se il miglioramento delle condizioni cliniche è limitato dalla cronicità delle infezioni respiratorie.

Dalla domanda non si evince con esattezza se venga fatto riferimento a infezione iniziale oppure cronica da MRSA. Nel caso si tratti di infezione iniziale può essere utile ricordare che sono in corso vari trials clinici per verificare se un trattamento tempestivo con antibiotici per os (di solito in associazione) sia efficace nel determinare l’eradicazione di MRSA. I trials vengono condotti con preparati già in commercio. Nel caso si tratti di infezione cronica da MRSA non abbiamo attualmente indicazioni chiare riguardo alla strategia antibiotica da utilizzare. Sono tuttavia iniziati studi con vancomicina per via inalatoria per verificare la sicurezza e l’efficacia della nebulizzazione di tale farmaco. In altre parole, si cerca attualmente di valutare la possibile efficacia della terapia cronica soppressiva con vancomicina per via inalatoria nei confronti dell’infezione da MRSA, in maniera analoga a quanto è stato fatto in passato con la tobramicina per via inalatoria nei confronti dell’infezione da P. aeruginosa.

Per quanto concerne le problematiche connesse con lo sviluppo delle resistenze, l’uso degli antibiotici nella pratica clinica è sempre stato accompagnato dal timore che la flora batterica sviluppi resistenza al farmaco. Già Alexander Fleming (vincitore del Premio Nobel per la scoperta della penicillina) sottolineò, durante la sua lettura nella cerimonia del premio, il rischio di sviluppare resistenza agli antibiotici, cosa che si è puntualmente verificata ogni volta che un nuovo antibiotico è stato introdotto in commercio. Anche nel caso delle resistenze agli antibiotici la somministrazione per via inalatoria può offrire dei vantaggi: le concentrazioni di farmaco raggiunte a livello polmonare con l’uso degli antibiotici per via inalatoria sono significativamente più alte rispetto a quanto si verifica con il trattamento per via parenterale. Ciò consente di raggiungere una risposta clinica ottimale riducendo al minimo il rischio di effetti indesiderati per il paziente.

Pur senza voler minimizzare, la problematica relativa allo sviluppo di resistenze agli antibiotici da parte di MRSA va interpretata con realismo. Uno studio policentrico italiano recentemente condotto ha precisato il pattern di sensibilità agli antibiotici di un numero consistente di ceppi di MRSA isolati da pazienti affetti da fibrosi cistica curati in centri italiani. Lo studio ha evidenziato che l’efficacia di molti “vecchi” antibiotici è ancora discreta. Nello studio non è stata inoltre rilevata alcuna resistenza nei confronti di vancomicina, teicoplanina e linezolid, i farmaci giudicati più efficaci nei confronti di questo patogeno.

Bibliografia:

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– American Academy of Pediatrics. Staphylococcal Infections. In: Pickering LK, Baker CJ, Kimberlin DW, Long SS, eds. Red Book 2009 Report of the Commitee in Infectious Disease 28th ed. Elk Grove Village, IL: American Academy of Pediatrics; 2009; 601-615

– Early Methicillin-resistant Staphylococcus Aureus (MRSA) Therapy in Cystic Fibrosis (CF) (STAR-Too) (Accessed June 21, 2013 at http://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT01349192)

 

– Efficacy and Safety Study of AeroVanc for the Treatment of Persistent MRSA Lung Infection in Cystic Fibrosis Patients (Accessed June 21, 2013 at http://www.clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT01746095)

 

– Döring G, Flume P, Heijerman H, Elborn JS for the Consensus Study Group. Treatment of lung infection in patients with cystic fibrosis: current and future strategies. J Cyst Fibros. 2012;11:461-479

 

– Cocchi P, Cariani L, Favari F, Lambiase A, Fiscarelli E, Gioffré FV, et al. Molecular epidemiology of meticillin-resistant Staphylococcus aureus in Italian cystic fibrosis patients: a national overview. J Cyst Fibros. 2011;10:407-411

Dr. Giovanni Taccetti, Centro Regionale Toscano FC, Osp. Meyer, Firenze


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